Se l'uomo è ciò che mangia, il cuoco è ciò che cucina?

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Il Rinascimento nel piatto: gli Gnocchi di pane di Bartolomeo Scappi ed un Premio Sorridente :-)

Nenhum olhar è mais puro do que uma criança

Questa frase in portoghese credo abbia a che fare con i bambini, criança appunto, ma oltre non mi avventuro.

Posso invece avventurarmi nel ringraziare la dolcissima autrice (mi sono guardata tutti i suoi post ma non sono riuscita a trovare il nome di battesimo) di Bouquet di sorrisi che ha pensato a me per questo premio. Ti ringrazio davvero tantissimo.

Ho girovagato un po’ per il web alla ricerca di altre 10 persone/blog che potessero avere il piacere di ricevere un riconoscimento analogo e….. ho scoperto che praticamente ognuna di loro ne aveva ricevuto uno! Ciò mi ha fatto molto piacere, perché la realtà dei foodblogger e della cucina scritta, parlata, cantata e perché no, finalmente cucinata è un segno palese che è forte il desiderio di un mondo reale, tangibile, leale, sincero, confortevole, appagante, legato alle tradizioni e spinto verso evoluzioni impensabili.

premio bouquet di sorrisi

PER CUI GIRO QUESTO PREMIO A TUTTE LE AMICHE CHE HO INCONTRATO E CHE INCONTRERO’, CON LE QUALI HO CONDIVISO NOTTI INSONNI ED ENTUSIASMI ED ALLE QUALI MI AUGURO DI RIUSCIRE SEMPRE A STRAPPARE UN SORRISO!

E la riflessione fatta qualche giorno fa su “dove va la cucina e la nostra salute”, (riflessione fatta anche per la trasmissione nel palinsesto di Radio Sherwood) mi ha fatto fare un viaggio a ritroso, alle radici di ciò che possiamo considerare cucina moderna e ri-incontrare uno dei suoi più illustri protagonisti, Bartolomeo Scappi, il cuoco segreto di Papa Pio VI dove, nel suo trattato “Opera … dell’arte di cuicnare”, pubblicato nel 1570, affronta il mondo del cibo e della cottura con piglio scientifico, dividendo i volumi per argomenti, parlando di conservazione e pulizia, inserendo per primo l’utilizzo della forchetta da parte dei commensali, spiegando tecniche sofisticate e parlando per primo della “credenza” ovvero dei piatti freddi.

Così vorrei condividere con voi questa ricetta rinascimentale che, alla luce del recente articolo apparso sul Corsera di qualche giorno fa, dove veniva denunciato lo scandaloso sperpero quotidiano di pane, sembra davvero molto attuale.

Gnocchi di pane di Bartolomeo Scappi

Ingredienti

350 gr di pangrattato (io ho preparato dei panini al latte e poi, raffermi, li ho grattugiati)

2 cucchiai di farina 00

150 gr di burro chiarificato

6 cucchiai di parmigiano grattugiato

2 uova e 2 tuorli

1 bicchiere di latte tiepido

qualche foglia di salvia

noce moscata, sale e pepe di mulinello

Procedimento

Porre nella planetaria (o in una terrina) le uova, i tuorli, il pangrattato, 60 gr di burro chiarificato, 3 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato, la farina ed il latte tiepido, regolare di sale e di pepe, profumare con la noce moscata e mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo che sarà lasciato riposare per circa un’ora (coperto con della pellicola affinché non si secchi).

Riprendere l’impasto e controllarne la consistenza: l’ho preparato 3 volte con condizioni climatiche diverse che non sembra abbiano influito in modo determinante. In tutti i modi, a seconda di come si presenta il composto, potete aggiungere o un po’ di latte oppure un po’ di farina.

Fare dei salsicciotti e tagliarne tanti pezzettini e lavorandoli con le mani ottenere dei gnocchi grandi come un uovo (io ho preferito un peso di circa 40 gr: impiattare 5 di questi comporta un primo piatto davvero sostanzioso) ed infarinarli.

Cucinare gli gnocchi in acqua bollente salata e, una volta giunti in superficie, prelevarli con un mestolo forato e trasferirli in un colapasta.

Fondere il burro rimasto, insaporito dalle foglie di menta tritate velocemente e condire gli gnocchi nei singoli piatti, aggiungendo il parmigiano rimasto.

090120101022

13 ingredienti:

  1. Ho fatto subito, appena letto il tuo post, il burro chiarificato e quando pronto i tuoi plumcake (ho avuto qualche perplessità), ma ancora non li ho assaggiati perchè sono uscita a cena fuori e quindi me li papperò domani mattina. Per questa ricetta strepitosa c'è la raccolta da "Mangia e bevi". Qui il link se ti va di partecipare: http://mangiarbere.blogspot.com/2010/01/chi-butta-via-il-pane.html
    Baci
    Stefania

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  2. Hanno un ottimo aspetto.... che buoni!

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  3. Buongiorno cara!
    Spesso, uso tagliare a fette il pane avanzato cotto in forno, abbrustolito, all'occorrenza condisco qualche fetta con olio pomodoro e un pò d'origano.
    Purtroppo oggi di pane se ne sperpera tanto!
    La ricetta è stupenda!Mi piace molto l'idea degli gnocchi di pane grattugiato!
    Un bacio :-)

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  4. Fantastici gli gnocchi di pane: oltre che buoni sono un ottimo sistema per riciclare gli avanzi di pane secco. Devo ricordarmi questo condimento con burro fuso e menta!!!
    Un abbraccio e buona domenica ^_^

    P.S. grazie della spiegazione sull'uso del glucosio; da chimico mi sfuggiva il collegamento culinario ;-) Me ne ricorderò, anche se col lupo goloso di casa si rischia davvero pochissimo che qualche dolce...secchi troppo!

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  5. Anch'io sono attratta dalle antiche ricette, questi gnocchi sembrano davvero squisiti, oltre ad essere un modo per ricordare la nostra storia.Ciao Daniela.

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  6. Sai, penso che ritrovare i gusti, le alchimie, i sapori passati sia fantastico, come proiettarsi in un mondo perduto rievocato finalmente dalla maestria delle mani al lavoro, dalla sapienza racchiusa in ogno gesto perpetrato in cucina...e non più dalla sola lettura, dal racconto, che pur se appassionante non lascia sensazioni reali.
    Trovo sia davvero bello.
    Deborah

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  7. @ Ciao Stefania, mi piace questo scambio vicendevole di informazioni! Buona giornata.

    @ Grazie Susy, sono piaciuti anche ad un gruppo di bimbi schifilitosi...tipo, Oddio, cos'è quella roba verde?!

    @ Pagnotella, potrei dirti "in nomen omen"! Anche a me piace farmi bruschette sfiziose con il pane avanzato...croccanti, calde o fredde...mamma che buone!

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  8. Mamma, posso mettere un po' di vino nel ragu'? Isa dice che il vino si beve, non si cucina. ;)

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  9. @ Ciao Federica, grazie per l'idea della menta! :-) Ma se sei un chimico verrò io a chiedere lumi a te: studiando cucina mi sono resa veramente conto che la pasticceria è un'altra cosa, una serie di regole dalle quali non è possibile transigere, in quanto il risultato sarà tutta un'altra cosa! Un abbraccione.

    @ Ciao Daniela, hai ragione. Credo che noi siamo il risultato della nostra storia e delle nostre consuetudini, l'ambiente in cui viviamo. Un mio amico padovano padovano, funzionario dell'ONU, dopo venticinque anni di Africa, Nepal, India...mangia così piccante che un giorno, dopo aver assaggiato un piatto preparato da lui, credevo di morire!

    @ Grazie Deborah, sposo totalmente il tuo pensiero. Noi siamo anche le nostre passioni. E' vero.

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  10. @ Si Amore, un mezzo bicchiere di vino rosso andrebbe messo, dopo la rosolatura della carne macinata e prima del concentrato, della passata e dell'estratto. Un bacio.
    p.s. la carota va tagliata come la cipolla ed il sedano, in trito grossolano, non grattugiata..non ci si mette tanto di più...;-)

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  11. Bellissimo incontrarti e approfittare della tua esperienza e delle tue gastro-idee....quel semifreddo al pistacchio poi conquista al primo sguardo...dato che l'assaggio mi è precluso!!
    Adesso continuo il viaggio fra le tue pagine e fra i tuoi pensieri....un caro saluto

    Fabiana

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  12. Ciao, volevo semplicemente offrire la traduzione della citazione da te riportata in portoghese: "Nessuno sguardo è più puro di quello di un bambino"

    Chiara

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  13. @ Grazie mille Cassandrina e buon viaggio! Magari un giorno l'assaggio non sarà precluso, che ne dici?

    @ Ciao Chiara e benvenuta e grazie mille per la tua traduzione che in effetti illumina questa dolcissima frase. Grazie ancora ed a presto.

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