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Il naso di Cleopatra e l'ultimo dolce di Carnevale


Pascal disse che se il naso di Cleopatra fosse stato diverso da quello riprodotto nelle rarissime raffigurazioni giunte fino a noi la storia avrebbe avuto un esito diverso, dimenticando di valorizzare il resto del corpo della regina dell'Egitto: il cervello, naturalmente.
Cleopatra era una donna intelligente, colta, astuta, profonda conoscitrice della cultura mediorientale e curiosa di apprendere quanto l'impero romano poteva offrirle. Conversava in greco e in latino e conosceva le lingue che si parlavano nel suo vastissimo regno.
Non credo che Cesare prima e Marco Antonio poi si innamorarono della sua "madrelingua" ma del fatto di poter relazionare con una una donna intelligente.

Sfogliando i quotidiani, soprattutto quelli locali, nell'ultima settimana mi sono soffermata sulle notizie che riguardavano le donne: giovani atlete sorridenti vicine alle medaglie appena guadagnate, dottorande alle prese con la precarietà di un paese mediocre (o con la mediocrità di un paese precario), madri in lista d'attesa per un posto, udite udite, in una scuola pubblica ragionevolmente vicina a casa, famose scrittrici narranti il cieco odio razziale che si è mangiato la loro infanzia, la prima presidente di una camera penale (nel terzo millennio!), l'operaia della Vinyls in sciopero della fame, sopra una torre a 150 metri da terra.
E poi loro, gonfi e tronfi nei loro muscoli, maliziosi nei loro corpi lucidi e nei loro sorrisi ammiccanti ed invitanti all'ennesima esibizione in onore della "festa della donna".

Come se dopo aver ottenuto con il doppio della fatica e con la metà della ricompensa quanto sarebbe di diritto avere, lo sbracciare urlante (e pagante) di fronte ad un narcisistico concentrato di testosterone fosse una specie di panacea, una ricompensa ambita.
Che tristezza. 
Sapete che vi dico? 
Passatemi le mimose, grazie. 
No, non i fiori, direttamente il ramo nodoso. 
Non è ancora tempo di abbassare la guardia.


Castagnole cotte in forno (ricca ricetta ferrarese)

Ingredienti
500 gr di farina 00, 2 cucchiai di lievito in polvere, 20 gr di fecola di patate, 3 uova bio o 1, 6 cucchiai di zucchero, 1/2 bicchiere di Torcolato, il succo di mezzo limone, 30 gr di burro chiarificato, 3 cucchiai di olio evo possibilmente fruttato, 5 cucchiai di latte crudo, una stecca di vaniglia.

Procedimento
In una ciotola unite la farina, la fecola ed il lievito setacciati, lo zucchero, il burro fuso a bagnomaria, l'olio, il succo il limone, l'olio ed il Torcolato.
Montare a neve fermissima gli albumi, riprendere l'impasto e unire i tuorli, uno alla volta, i semini della stecca di vaniglia, il latte e per ultimi gli albumi, aiutandosi con una spatola.
Suddividere l'impasto in palline della dimensione di una noce e cucinarle per circa 12 minuti nel forno già caldo a 180°, posizionandole in una leccarda protetta da carta forno.
Servirle con un po' di zucchero a velo e consumarle con altre donne, donne vere.

10 ingredienti:

  1. Come erano molto più saggi i saggi di un tempo.
    Mi paice ricordare questo vecchio detto: ogni cosa per il suo tempo. E per ogni cosa c'è il suo momento. Quello che piace a me non potrebbe piacere ad altri...... Cmq oggi è molto soggettivo, MA L'INGREDIENTE DEL QUALE NON CI SI STANCA MAI E' PROPRIO L'INTELLIGENZA.

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  2. Meravigliose parole... accompagnate da questi bocconcini deliziosi!!
    Franci

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  3. Questa ricetta mi ispira assai...odio il fritto!
    Buon 8 marzo, auguri!

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  4. Chisssà se ascoltando Cleopatra mangiucchiavano qualcosa.
    Certo, è vero Dx, ad ascoltare le persone colte non ci si stanca mai, l'importante è poterle ascoltare.

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  5. E chi lo ha detto che è temo di abbassare la guardia?? se qui abbassiamo ancor aun pò ci fanno sprofondare del tutto, altro che!!
    ottime le castagnole ferraresi!

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  6. sembra ieri, quando commentavamo la pochezza e l'ipocrisia del patriarcale modo di gestire la res publica, e con essa tutto gli annessi e connessi ( donne incluse )... è trascorso un anno e che tristezza ( e che vergogna ) dover constatare che i commenti e le recriminazioni sono ancora quelli/e di uno, dieci, cento anni fà. evidentemente,se ci siamo mossi un pochino dal peccato originale, il cammino percorso non è stato lungo...siamo ancora qui a discutere e rivendicare i diritti delle donne. non mi pare ci sia molto da festeggiare, sigh!!! mi limito ad unirmi al coro dei tantissimi : BASTA!!!!! alle violenze quotidiane, ai soprusi, ai sorrisi di circostanza, al tardivo dolore per le offese e le ferite all'altra metà del pianeta. da ominide piccino piccino di genere maschile, vi sono vicino e, utilizzando un nodoso ramo di mimosa, ma anche una semplice mazza da base ball andrebbe bene, parafrasando un antico principio rivoluzionario, mi sarebbe di conforto poterne colpire cento , di questi eroi della cronaca nera, per riuscire ad ammaestrarne anche uno solo. un abbraccio corale a tutte voi ed uno particolare a te, annamaria, da brontolo

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  7. Già, Brontolo anonimo, sono passati millenni e 1000 e più ma poco è cambiato.
    Forse ha ragione Dx quando dice che un tempo erano più saggi.
    In certe ricorrenze si sentono le solite frasi e le solite parole di circostanza, ma poi.... Cmq sta ad ognuna di noi reagire e servisse alzar la voce ed il mattarello.
    Davvero sono le ultime di carnevale?

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  8. @ Grazie Decimo, saggio come i detti che citi.
    @ Grazie Franci!
    @Ciao Simo, ti assicuro che la cottura in forno non toglie nulla alla bontà di queste piccole bontà :)
    @ Brava Iori, soprattutto se pensiamo alla pletora di imbecilli che anestetizza "l'opinione comune".
    @ Grazie Lidia e bastoni nodosi per tutte!
    @ Ciao Brontolo, "colpirne uno per educarne cento", se non ricordo male. Basterebbe che un misterioso virus colpisse certi imbecilli in malafede e già si vedrebbero dei risultati notevoli. Ho amici che vivono e lavorano all'estero, sia di dx che di sx, e dallo stupore iniziale circa certe vicende che stanno accadendo nel nostro paese (che non riguardano solo il premier, ovviamente) ora mi domandano "ma come fate a sopportare tutto questo?". E' quello che mi domando anch'io. E mentre faccio queste riflessioni, magari leggendo delle intercettazioni delle protagoniste dell'olgettina, la mia amica astrofisica che lavora con l'astrofisico famoso e da Nobel, entrambi precari, si è data ancora qualche mese di tempo prima di andare all'estero. Lasciamo andare lei, donna estremamente intelligente di valore e ci teniamo le veline. Forse ogni paese ha quello che si merita. Grazie di cuore per gli auguri.
    @Ciao Dori, che dire: mattarello per tutte? Credo di si. Per quanto riguarda il carnevale....c'è sempre la pausa di metà quaresima di festeggiare a tavola :)

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  9. ma sai che di dolci di carnevale ne conosco mille ma questimai sentiti dire? ^_^

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  10. @ Ne sono rimasti pochini: dai che li terminiamo insieme :)

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