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"Finchè tornerai alla terra"

Ieri Barbara mi ha messa in crisi...nel senso che mi ha inaspettatamente e piacevolmente coinvolta in un meme e non riesco a pensare ad altro.
Come faccio a parlare di me in 10 punti? Ma sono tantissimi!! E poi tutti su di me....? Ho deciso di darmi qualche giorno di tempo ed ho posto la medesima domanda ad alcuni dei miei amici più cari: ditemi qualcosa di me.
Alcuni mi hanno chieso se mi stavo automarinando nel vino ed altri hanno risposto. Cogliendomi nuovamente di sorpresa, come ha fatto Barbara.

In attesa di fare le cose per bene ho pensato di confidare una mia grande passione, la scrittura, postando l'ultimo brevissimo racconto, di una serie che sto scrivendo, che hanno per oggetto...l'altra passione: l'enogastronomia.

Spero vi piaccia ed ogni vostro commento sarà per me un modo diverso di imparare.

Finché tornerai alla terra

Il silenzio ha una sua eco. Ora lo sapevo. Quando don Vico si discostò dall’ambone, scendendo i gradini e sedendosi fra noi, il silenzio fu assordante.
Non ricordavo l’ultima volta che ero entrato in una chiesa ma quel mattino, mentre uscivo per il rito dell’espresso e del quotidiano, la vista degli addetti dell'impresa funebre che portavano la bara in una chiesa praticamente deserta, mi stordì ferocemente, come una nota dissonante.

Nessuno piangeva il morto.

Una vecchina, immersa nella sua adorazione quotidiana, non accorgendosi di nulla aveva già fatto suo, nelle preghiere, lo sconosciuto che, solo, di fronte all'altare, sembrava attendere il verdetto di una giuria. Per cui avanzai e mi sedetti, attratto, incuriosito da quel funerale anomalo.

Ancora silenzio. Mi colpì la voce del sacerdote che, seduto fra noi, la vecchina, lo sconosciuto ed io, parlò della vita e della morte come fra amici davanti ad un bicchiere di vino, durante una serata un pò malinconica.
Ed ora, dove lo porteranno? “Al Cimitero Monumentale, sa, almeno per 10 anni da lì non lo allontanerà nessuno. E sarà in buona compagnia: c’è gente famosa a San Michele in Isola”.

La solitudine dello Sconosciuto non mi dava tregua: era davvero possibile che nessuno ti accompagnasse nell’ultimo viaggio? Nessuno che prenda il testimone, nessuno che ricordi i momenti condivisi, nessuno che assolva le tue debolezze.

Un’occasione perduta di immortalità: non ci sarà chi porterà in sé qualcosa di te.

La nuova area del Cimitero monumentale era una Corte ampia, aperta da poco tempo, distribuita in quattro piccole corti interne, di cui tre a giardino ed una pavimentata e dedicata ad un Evangelista. Ampio spazio creato su un'area di barena, riempita con i terreni provenienti dagli scavi nella ex Manifattura Tabacchi.

Il sole impietoso non scoraggiava i visitatori, in ciabatte e pantaloncini, che girovagavano tra le tombe, in cerca di una sepoltura illustre, armati di macchina fotografica e privi del benché minimo buongusto.

Trovarti non è stato difficile. Sei stato sepolto in una corte ampia e non ancora ultimata: ti hanno risparmiato l'umiliazione di una sepoltura comune e la terra utilizzata per proteggerti ha i colori spudorati del Salento. C'e molto lavoro da fare: chi mai potrebbe incuriosirsi vedendomi intento a scavare?

Il buio avvolse e nascose il mio lavoro e la distrazione degli uomini fece il resto negli anni successivi; il tempo disfaceva il tuo corpo dando linfa al piccolo vitigno che avevo piantato nella terra che profumava di mare e di sigaro.

Ora è nuovamente notte. La luna, silente testimone nei nostri incontri, si tinge di rosso rubino mentre riempio il calice del vino i cui grappoli, colti in autunno, si sono nutriti del senso della tua solitudine: ti berrò e sarò la tua occasione di immortalità.

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