Se l'uomo è ciò che mangia, il cuoco è ciò che cucina?

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La confraternita dei Gastrogaudenti


C'è una frase tipica della città nella quale sono nata, Venezia, che più di ogni altra sottolinea l'anima gaudente e scanzonata di questa popolazione: "andar par bacari". Dove per bacaro si intende il tipico bar, sconosciuto ai gastrofighetti - privo di illuminazione studiata piuttosto che di musica più o meno battuta -  all'interno del quale, per la gioia dei gastrogaudenti, si possono trovare i cicheti, ovvero piccole tentazioni gastronomiche, la cui origine si perde tra calli e campielli, tipo le uova sode con l'acciughina, le polpette di carne, il baccalà mantecato, le sarde in saor, le castraure (piccoli carciofi violetti dall'isola di Sant'Erasmo, l'orto veneziano), i tramezzini "ciompi" (gonfi, più recenti: direttamente dagli anni '50 e dalla "teraferma" ovvero Mestre), i cartocci di pesceti fritti e i folpeti  rigorosamente accompagnati dall'ombra, unità di misura alcolica locale, declinata in banco e nero (lo spritz è venuto dopo).
Il massimo che ti possa accadere, in caso di ubriachezza, è di finire direttamente nel canale più vicino, vista l'assenza di auto e bici. Ma non di etilometri! Anche nella città lagunare, infatti, prima di mettersi alla guida di un barchino sarà il caso di pensarci un po' :)



E se non piacesse il salato? Beh, ci sono i "golosessi" ovvero biscotti da intingere nel  malvasia o nello zabaione.  
Oltre ai più blasonati "lingue di gatto" e "buranei" ci sono anche i "zaeti", ovvero biscotti di farina gialla arricchiti con uvetta e profumati dalla scorza grattugiata dell'agrume preferito o dalla vaniglia. Fanno bella mostra di sè in tutte le panetterie e pasticceria della città assieme alle gigantesche "spumilie" (meringhe).



Zaeti o biscotti di farina di mais

Ingredienti
200 gr di farina di Mais Marano, 200 gr di farina Petra, 3 tuorli da uova bio o 1, 160 gr di zucchero, 8 gr di bicarbonato di ammonio, 150 gr di burro, 150 gr di uva sultanina, un limone, un bicchierino di grappa, 1 stecca di vaniglia, un pizzico di sale.

Procedimento
Nella planetaria montare i tuorli con lo zucchero, aggiungere le farine setacciate con un pizzico di sale ed il bicarbonato, il burro morbido a tocchetti, i semini della vaniglia, l'uvetta ammollata nella grappa fino ad ottenere un composto liscio e sodo. Lasciare riposare almeno una mezz'ora.

Sulla spianatoria modellare dei filoncini di pasta dai quali ricavare losanghe lunghe 5/7 cm di lunghezza e di 1 cm di spessore, disporle distanziate nella leccarda protetta con carta forno e cucinare nel forno statico già caldo a 180° per 20'-25' circa o fino alla doratura.
Lasciar raffreddare in una gratella e servirli spolverati con zucchero a velo ed accompagnati da un goloso zabaione.

8 ingredienti:

  1. ok io scelgo di "andar par bacari" ho sempre voluto visitare Venezia... ancora in 24 anni non ci son riuscita.. ma poco ma sicura quando andrò verrò qui e mi farò consigliare uno di questi bar da te ^_^

    La ricetta è stupenda!! ^_^

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  2. Adoro la farina di mais e adoro questi biscotti. Ho capito bene, nella ricetta si usa ammoniaca per dolci e non lievito giusto? Mi isporano cos' tanto belli cicciottosi ^__^ Baci, buona giornata

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  3. Che buoniiiiiiiiiiiii...mi piacerebbe farli, ma io con l'ammoniaca per dolci ho un rapporto terribile...
    Un abbraccio

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  4. Che buoni!! E grazie anche di averci spiegato l'origine di certi modi di dire e abitudini tipiche del luogo di cui sei originaria...
    Franci

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  5. deliziosi non ho mai usato l'ammonieca nei dolci anche se in casa ce l'ho in caso di ricetta e questa sara la volta buona di poterla usare...
    baci da lia

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  6. Ma che buoni!!!! Me ne lasceresti un paio??

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  7. Finalmente la ricetta degli Zaeti che mi convince!
    Presa!
    Un saluto
    Kemi

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  8. @Grazie Erica e mi raccomando, non dimenticare di farmi uno squillo quando sarai da queste parti!
    @Esatto Federica, per i biscotti, in effetti, l'ammoniaca è sempre preferibile perchè li rende friabili e "morbidi" nello stesso tempo.
    @Simo, prova con una mascherina da sub. Io la trovo insostituibile quando devo lavorare tante cipolle e neppure le lenti a contatto sono sufficienti!
    @Grazie a te Francesca: credo che attorno a noi ci sono storie, luoghi, tradizioni che andrebbero condivise, perchè vere e soprattutto ripetibili da altri!
    @Ciao Lia, dimmi come è andata!
    @Zia Elle, sei sempre la benvenuta!
    @Ciao Kemi e grazie: dimmi come ti sono venuti, mi raccomando!

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