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"La morte è un'usanza che tutti, prima o poi, dobbiamo rispettare.". E la ricetta veneziana delle Fave dei Morti


Mi sarebbe piaciuto raccontare di alcuni luoghi nel padovano ricchi di mistero e di fantasmi, come il Castello del Catajo e la sua "Dama Azzurra" ma poi ho pensato che i fantasmi veneziani avrebbero potuto prendersela a male. Perchè in ogni sestiere di Venezia ci sono dei palazzi, dei rii e delle corti che hanno molto da raccontare. Ma non in questo giorno.
Per cui il pensiero è tornato ai luoghi di culto che in questo periodo, come ogni anno, vedranno un gran viavai di visitatori ed il ripetersi di gesti di cura che si mescolano al profumo della cera, ai colori accesi dei fiori freschi, al brillare dei lumini tirati a lucido. Il rito del ricordo e del rispetto che si deve a coloro i quali ci hanno preceduto.


Questi sono giorni in cui i cimiteri pullulano di chiacchiere e di saluti e tra una scala presa in prestito e un bacio ad una foto, che rappresenta persone sempre troppo giovanili rispetto all'eta anagrafica in cui sono scomparse, ci si informa sui vivi parenti dei morti scoprendo, di anno in anno, fidanzamenti e matrimoni, lauree conseguite ed orgogli mal celati, nuove nascite e nuove scomparse.

Ho anch'io i miei Cari Scomparsi, come tutti, ma ho soprattutto una serie di Illustri Sconosciuti a cui faccio regolarmente visita: per raccontare loro come gira il mondo, che i figli crescono e le mamme imbiancano, che non ci sono più le mezze stagioni e che, qualche giorno, è molto, forse troppo, faticoso. Ma che passa, come tutto. Ed a loro lascio un fiore ed una preghiera.Poi il mazzo semplice di fiori colorati finisce ma le preghiere no.

Si tratta molto spesso di tombe dimenticate, senza neppure i sorrisi sbiaditi dal tempo, un fiore di plastica scolorito dal susseguirsi delle stagioni e alle volte senza un nome e rimane a testimonianza anagrafica una piccola puntina arrugginita.
Sopra i miei Sconosciuti sempre aiuole un po' raffazzonate e croci di legno un po' oblique, come una foto fuori fuoco, a riassunto di tutta una vita. E niente epitaffi.


Quand'ero piccola, e seguivo i miei genitori nelle visite ai vivi ed ai morti di questi giorni così particolari, mi piaceva andare a leggere i pensieri vergati nel granito. Mi domandavo perché sentimenti di così grande dolore e struggimento si trasformavano in tombe dimenticate e lumini spenti. E poi un'altra domanda: perché i pensieri non erano del defunto? C'era sempre un vedova inconsolabile o un figlio distrutto ma mai, davvero mai, l'epitaffio riportava le parole ed i pensieri detti in vita. Come se il morto non avesse mai avuto nulla da dire.

Così un giorno, nella mia amata biblioteca, trovai un libro che riportava quelli di "gente famosa", con una bella personalità e con, indubbiamente, un bel senso dell'umorismo. E me ne segnai molti con grande cura, come se mi dovessero servire l'indomani mattina. E nel tempo continuai a trascriverne.
Ve ne riporto qualcuno di quelli più amati, in quanto credo che ognuno di noi dovrebbe lasciare una frase che riporti i propri sentimenti, così che la lettura di poche parole sia come il riprendere un discorso interrotto improvvisamente, ma mai dimenticato.


QUI SON LE CENERI

DAPPERTUTTO È IL NOME
Napoleone Bonaparte
(1769 - 1821) imperatore francese

CAVOLO, ERA QUI APPENA UN MINUTO FA
George Carlin
(1937 - 2008) comico, attore e sceneggiatore statunitense

AMICI NON PIANGETE 
È SOLTANTO SONNO ARRETRATO
Walter Chiari
(1924 - 1991) attore italiano

RICHIAMATA
Emily Dickinson
(1830 - 1886) poetessa statunitense.

D'ALTRONDE
SONO SEMPRE GLI ALTRI CHE MUOIONO
Marcel Duchamp
(1887 - 1968) pittore e scultore francese.

TOLTO DA QUESTO MONDO TROPPO AL DENTE
Aldo Fabrizi
(1905 - 1990) Attore italiano.

HO SMESSO DI FUMARE
Gianfranco Funari
(1932 - 2008) conduttore televisivo italiano

IL CIELO STELLATO SOPRA DI ME, 
LA LEGGE MORALE DENTRO DI ME
Immanuel Kant
(1724 - 1804) filosofo tedesco.

FINALMENTE SONO LIBERO, FINALMENTE SONO LIBERO
GRAZIE A DIO ONNIPOTENTE SONO LIBERO FINALMENTE
Martin Luther King
(1929 - 1968) pastore protestante e attivista statunitense.

174517
Primo Levi
(1919 - 1987) scrittore italiano.

SCUSATEMI, NON RIESCO A STARE IN PIEDI
Groucho Marx
(1890 - 1977) attore e comico statunitense.

LAVORATORI DI TUTTI I PAESI UNITEVI
Karl Marx
(1818 - 1883) filosofo, economista, storico e sociologo tedesco.

VE LO DICEVO CHE STAVO MALE
Spike Milligan
(1918 - 2002) comico, scrittore, musicista, poeta, drammaturgo e attore inglese

CE NE RICORDEREMO, DI QUESTO PIANETA
Leonardo Sciascia
(1921 - 1989) scrittore italiano.

IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE
Frank Sinatra
(1915 - 1998) cantante e attore statunitense

SONO UNO SCRITTORE 
MA DOPOTUTTO
NESSUNO È PERFETTO
Billy Wilder
(1906 - 2002) regista e sceneggiatore austriaco naturalizzato statunitense




Fave dei morti

Ingredienti

150 g di pinoli (ingrediente più frequente a Venezia rispetto alle mandorle, diversamente utilizzate altrove), 150 g di zucchero profumato con un pizzico di vaniglia, 50 g di albume, un cucchiaio di passito, un pizzico di sale, 1 cucchiaino di cacao in polvere abbastanza amaro (ho usato un Varhona), qualche goccia di colorante rosa per dolci.


Procedimento
Frullatore i pinoli (o le mandorle) fino ad ottenere una farina sottile.
In una ciotola montare l'albume con lo zucchero, il vino liquoroso ed un pizzico di sale.   Aggiungere alla montata di albumi la farina, mescolando delicatamente fino ad ottenere un panetto morbido.
Per ottenere fave di diverso colore dividere l'impasto in tre parti: una verrà lasciata del colore naturale mentre le altre due saranno addizionate rispettivamente di cacao e di colorante rosa. 
Lasciar riposare al fresco per 12 ore.
Riprendere i panetti, allungarli a mo' di salsicciotti, dividerli in gnocchi dello stesso peso, lavorarli a pallina e cucinarle nel forno statico già caldo a 150° per circa 10' o fino alla doratura. 
Far raffreddare e servire con un po' di vino liquoroso, una tazza di tè o confezionate graziosamente per donarle.

3 ingredienti:

  1. Sulla mia potrebbe esserci scritto: ero una Forno Star, solo in cenere potevo finire...

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  2. passato il santo, è tutto sempre così originale che ogni volta è nu piacere leggerti. Eolo

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