Se l'uomo è ciò che mangia, il cuoco è ciò che cucina?

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Mai sedersi a tavola in 13 di venerdì 17!

Non bisogna MAI sedersi in 13 a tavola, porta malissimo (ma qui c’è l’antidoto, basta mettere una 14esima posata).
Soprattutto, non far mai cadere né olio né sale che, finito sulla tavola, dovrà essere preso con la punta del coltello nella mano sinistra e gettato dietro alla spalla sinistra (così da accecare il diavolo); inoltre non bisogna mai mettere il pane rovesciato, perché ricorda come veniva messo in forno quello destinato al boia.
Solo se cade il vino è presagio di buona fortuna, ma
vorrei vedere chiunque ritenersi fortunato a smacchiare una tovaglia di fiandra
bianca colpita da un bicchiere di Refosco dal Peduncolo Rosso!
E come ci si comporta a tavola? Anche l'antico galateo rivela delle sfaccettature inattese: fino al '600 la mano sinistra era vietata a tavola, non la si poteva usare per nessun uso, tanto che la forchetta (che si maneggia appunto con la sinistra), venne introdotta solo nel '600 e per prima in assoluto dalla Repubblica di Venezia. Questo perchè la mano destra (ritenuto il lato di Dio), era destinata al cibo, mentre quella sinistra (ritenuto il lato del Diavolo), era riservata all'igiene intima. Un fatto importante, vista la assoluta scarsità d'igiene dei tempi antichi. Il diavolo quindi stava non solo sopra la tavola ma anche dentro le mutande!

Ma se ci si ritrova a tavola in 13 di venerdì 17 cosa si può mangiare o, meglio ancora, preparare?
Per chi non è scaramantico propongo la classica caprese: il pomodoro, a differenza di quasi tutti i cibi, essendo arrivato in Europa con Cristoforo Colombo , sembra non essere vittima di alcuna superstizione ed accompagnato ad una succulenta burrata non può che portare bene.
Per il resto il pane ed il sale portano benissimo in quanto sono gli unici cibi che non sono presenti nelle tavole imbandite delle streghe impegnate per i Sabba (per chi fosse interessato i prossimi sono previsti per il 31 luglio su 1 agosto - Il Raccolto - Festa del raccolto e il - 15 agosto - Mezzestate – Ferragosto)

Il cibo in generale porta fortuna: nella cultura contadina, che ha fatto propri i riti pagani, non c’è momento, dalla trebbiatura alla nascita al matrimonio, che non sia l’occasione buona per mangiare qualcosa in compagnia.
Non solo, l’avanzare il cibo era uno status symbol: infatti fino alla metà del secolo scorso, la domenica mattina, in occasione delle feste locali, le famiglie contadine ponevano gusci d'uovo, ossa e altri avanzi sulla finestra delle case, come ostentazione di una ipotetica cena abbondante che testimoniasse la salute e la ricchezza della famiglia che la abitava; in verità si trattava degli stessi avanzi di cibo, messi da parte per molti mesi, che ogni domenica facevano avanti e indietro sul davanzale della finestra, per costruire un'immagine solo apparente, destinata ai vicini di casa.

Quindi come amuleti sarà meglio sdoganare il latte, le uova, i frutti rossi e tutti quelli contenuti all’interno di gusci coriacei (noci, nocciole, mandorle), cipolla ed aglio, lenticchie e chicchi d’uva. E tanto, tanto peperoncino! Praticamente fa bene tutto….basta che sia buono!
E come recitava il fortunatissimo film del 1983, OCCHIO MALOCCHIO PREZZEMOLO E FINOCCHIO ecco tre ricette antisfiga e veloci veloci, nel senso che ci si mette di più a spiegarle che a prepararle:


insalata di lenticchie, salmone e finocchio
sformatino profumato di pesce
torta caprese

insalata di lenticchie, salmone e finocchio


Ingredienti
lenticchie piccole in scatola g 250 - salmone affumicato g 100 - un finocchio - un vasetto di yogurt magro - limone - aneto - sale
Preparazione
Tagliare il finocchio, spuntato e mondato, a fette sottilissime (l'ideale è usare l'affettatrice). Fare a striscioline il salmone, poi sciacquate e sgocciolare bene le lenticchie. Riunire questi due ingredienti in un'insalatiera e mescolatli. Preparare la salsina per il condimento: versate in una ciotolina lo yogurt e il succo di mezzo limone. Amalgamarli e salarli. Completare con foglioline di aneto. Sopra una base di finocchio, appoggiare salmone, le lenticchie e servire subito l'insalata con la salsina
Accompagnare l’insalata con del vino bianco, di medio corpo, morbido e profumato: Gambellara, Greco di Tufo, Colli Orientale del Friuli Pinot Bianco.

Sformatino profumato di pesce


Ingredienti
600 gr di pesce a carne bianca (nasello, merluzzo…), 3 scalogni, 2 spicchi d’aglio, 4 uova, 20 cl di panna, 3 pomodori, 1 cucchiaio di ketchup, 1 mazzetto d basilico ed uno di prezzemolo, olio extravergine, sale, pepe macinati al momento.
Preparazione
Eliminate le lische del pesce con una pinzetta e tagliare la il pesce a cubi abbastanza grandi. Incidere la parte superiore dei pomodori e tagliare il picciolo, tuffarli 5 secondi in acqua bollenti così da poterli spellare con facilità. Mondare aglio e scalogno e tritarli finemente e farli appassire nell’extravergine senza farli dorare. Tagliare la polpa dei pomodori a cubetti dopo aver eliminando i semi ed il liquido. Tritare basilico e prezzemolo, quindi frullare il pesce, le uova, la panna, salare e pepare. Aggiungere il ketchup, gli scalogni e l’aglio appassiti, il basilico, il prezzemolo e la dadolada di pomodoro.
Foderare una terrina rettangolare con un po’ di pellicola lasciando che sporga dai bordi e riempire con il composto di pesce. Richiudere tutto e cucinare in forno a bagnomaria a 180° per 40 minuti.
Servire tiepido o freddo accompagnandolo con il vino che è stato servito per l’insalata.

Torta Caprese


Mitica torta che non prevede l’uso di farina (quindi va bene anche per i celiaci) e che la tradizione vuole essere nata, attorno agli anni ’20, per un involontario errore di un cuoco che si dimenticò di mettere la farina in una torta di mandorle, messo in agitazione dal fatto che in sala stava cenando un feroce e famoso boss locale.
La ricetta della tradizione prevede: montare 200 g di burro con 200 g di zucchero, incorpora 6 tuorli, leggermente sbattuti. Quando il composto sarà omogeneo, aggiungiungere 300 g di mandorle con la buccia finemente tritate e 200 g di cioccolato fondente, tritato finissimo o sciolto a bagnomaria o in un polsonetto, un cucchiaino di lievito ed i semini di mezza stecca di vaniglia. Unire molto delicatamente, con un movimento dal basso verso l’alto, gli albumi montati a neve ferma con un pizzico di sale. Imburrare uno stampo rotondo (diametro di 27 cm), foderarlo con carta da forno e versare l’impasto. Far cuocere per per 50 minuti a 180 gradi. Una volta sfornata, la torta va capovolta sopra una gratella per dolci e lasciata intiepidire. Spolverare di zucchero a velo prima di servirla così, semplicemente, oppure accompagnata ad un paio di cucchiai di crema inglese.


Un buon vino passito, magari un Aleatico, esalterà maggiormente la bontà della torta.

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