Se l'uomo è ciò che mangia, il cuoco è ciò che cucina?

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PIANTAGRANE


… come quelli che lavorano la propria terra, nonostante tutto;
come quelli che lavorano la terra altrui in condizioni indegne.
E alzano la testa, e alzano la voce.

Vieni a cena con noi!
Domenica 30 ottobre 2011
Osteria di Fuori Porta – Via T. Aspetti 7/A - 35132 Padova

ore 19.30: presentazione della ricerca SOLIDARIETA’ A KM.0 e mostra espositiva “Coltivare la pace”; a seguire: cena a base di prodotti bio-equosolidali

M e n ù 

Caprese Croccante con mozzarella di bufala e granella di pistacchio


Insalata di catalogna con acciughe, dadolata di Asiago e semi di zucca

Vellutata di fagioli con orzo e rosmarino

Crepes con verze al timo e scamorza affumicata con salsa “stellata” al curry

Tortino di zucca speziata con datteri, noci e zucca caramellata



Contributo minimo: euro 20,00/persona - prenotazione obbligatoria
Info e prenotazioni: ACS - Associazione di Cooperazione e Solidarietà
tel. 049.8648774 - cell.347.0602574 - e-mail: info@acs-italia.it

Puoi raggiungere l’Osteria di Fuori Porta in Metrobus – fermata Borgomagno


SOLIDARIETA’ A KM.0
Dal mercato globale all’agricoltura locale


La ricerca, cofinanziata dalla Regione del Veneto, è parte integrante del progetto “Solidarietà a km.0”, promosso da ACS – Associazione di Cooperazione e Solidarietà, Associazione per la Pace – GT Padova, ASF – Agronomi e Forestali Senza Frontiere, Associazione Biorekk, Associazione Zattera Urbana, COCIS, CGIL Padova e Comune di Padova.

Il progetto “Solidarietà a km.0” ha tra i suoi obiettivi la promozione della salvaguardia ambientale e dello sviluppo sostenibile, attraverso la diffusione di una cultura di pace e nonviolenza come campi di confronto e solidarietà tra i popoli. Vengono analizzati gli effetti delle logiche del mercato globale sulle popolazioni, ma anche alcune buone pratiche che stanno sempre più trovando sostegno “dal basso” e diffusione nei territori, come ad esempio i Gruppi di acquisto solidale e l’agricoltura a km.0.

Anche il fenomeno migratorio è correlato alle logiche economiche e di produzione agricola globali: gli stessi motivi che portano noi ad impegnarci in progetti di cooperazione nei Paesi esclusi dallo sviluppo economico sono i motivi che spingono i cittadini di tali Paesi a migrare verso il nostro.

Non sempre, tuttavia, qui trovano il rispetto di quei diritti – tra cui i diritti del lavoro – che mancano nei loro Paesi di provenienza. Vengono, dunque, presentati anche i risultati di un’indagine, condotta nel territorio della Bassa Padovana in collaborazione con FLAI CGIL Padova e la campagna “Stop caporalato”, sulla diffusione dello sfruttamento della manodopera immigrata e della pratica del caporalato in agricoltura.

Si ringraziano i partners di progetto e, per la collaborazione e la consulenza specifica FAIRTRADE ITALIA (Monica Falezza) e ARI di VIA CAMPESINA – Naturalmente Verona (Andrea Tronchin).

A tutti i partecipanti verrà consegnata in omaggio copia della ricerca.

Durante la serata: presentazione della campagna “L’Italia sono anch’io”, a cura di IncontrARCI - www.litaliasonoanchio.it

3 ingredienti:

  1. come direbbero nei " peanuts " : ciao capo:)
    tutto bello e condivisibile ciò che dici ( sono socio di un gas locale ), ma...evidentemente non condiviso a sufficienza. il problema non è la lotta al caporalato ed affini, ma la punizione di queste ed altre forme di sfruttamento, che non è la stessa cosa. a che serve colpire, arrestare gli sfruttatori, spacciatori, violentatori se dopo 24h sono fuori o se si patteggia o se con un buon avvocato senza scrupoli, si riesce a calcolare i minuti di ritardo notifica e si può tranquillamente passeggiare per le vie del borgo dinanzi alle proprie vittime. il buon beccaria scriveva : dei diritti e delle pene. mi pare che i nostri legislatori e giudici abbiano letto solamente la prima parte del trattato. la vita di un figlio stroncata da un drogato o ubriaco al volante non può valere solamente 5/6 anni di reclusione, poiche al momento il colpevole era incapace di intendere e volere. generalmente recidivi,i nostri eroi dovrebbero rimanere in galera il tempo necessario per riflettere ed imparare ad intendere e volere secondo i canoni del rispetto. la morte della vittima è eterna, il dolore dei parenti è eterno, la pena per il colpevole è breve, mite e, forse, poveretto, non proprio necessaria. quanto detto vale anche per chi usa violenza su bambini donne anziani, vale per i caporali, ma dovrebbe valere anche per chi da questi traffici trae vantaggio: spacciatori, consumatori,agricoltori , aziende di trasformazione, avide catene di distribuzione ecc.ecc. il discorso si farebbe troppo lungo, poichè molto ci sarebbe da dire anche sulle politiche di cooperazione e sviluppo locali nei paesi lontani da noi. ma questa, come dicono i libri, è un'altra storia.
    un grande e caldo abbraccio a te,
    brontolo.
    p.s. ti chiedo bonariamente, come si concilia il km 0 con le acciughe, la mozzarella di bufala, i datteri, il curry del menù proposto?
    altro abbraccio per farmi perdonare l'insolenza

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  2. ovviamente : dei delitti e delle pene, ma, froidianamente, ho rimarcato che vengono abitualmente salvaguardati solamente i diritti dei delinquenti e le pene ( dolore, solitudine, oblio ) sono riservate alle vittime ed ai parenti.
    brontolo

    RispondiElimina

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