Se l'uomo è ciò che mangia, il cuoco è ciò che cucina?

GENTE DEL FUD E DISSAPORE IN VIDEO

GENTE DEL FUD E DISSAPORE IN VIDEO
20foodblogger, 20prodotti, una passione: Pomodorino di Torre Guaceto o Cipolla di Acquaviva? ;)

la cucina di qb è anche app

la cucina di qb è anche app
per telefoni Nokia

La Cucina Italiana

La Cucina Italiana
Special Ambassador

Lettori fissi

Barbera e Champagne. Per uno sconosciuto di nome Patrick.


"Cosa stai preparando?"
"Un piatto un po' particolare...."
"Mmmmm, si festeggia qualcosa?"
"Beh... un po' si.."
"Non cominciare con la donna del mistero come quella volta del baccalà!"
"Tutto e subito! Invece bisogna imparare la bellezza della lentezza..."
"Cos'è, una nuova rubrica? "Lo zen e l'arte della manutenzione delle padelle". Intanto non ho ancora capito cosa intendi festeggiare."
"Una persona preziosa. Un uomo. In effetti sto pensando a lui da un paio di giorni..."
"COME UN UOMO?! Ho bisogno di una sedia. E lo conosco?"
"Non saprei, veramente non lo conosco neppure io."
"E' un consiglio che ti sto dando da anni: cambia spacciatore. Vorresti dirmi che stai cucinando un piatto per festeggiare un uomo che non conosci ma che consideri prezioso?! E perché?"
"Ha fatto una cosa per me e l'ha fatta con attenzione, credo anche con amore e passione. Come faccio a non pensare a lui?"
"Vedo che manca mezza bottiglia di Barbera....ritengo di sapere dove sia finita visto i discorsi che stai facendo....c'è altro da sapere su quest'uomo che non conosci ma che si rivolge a te con amore e passione?"
"Si, si chiama Patrick."
"Ma allora lo conosci!!"
"No, era scritto sulla pentola."
"Ti prego...."
"Due giorni fa ho aperto le confezioni di due pentole in ghisa, due Staub: erano composte con cura, perfette nelle loro parti diverse che poi diventavano tutt'uno. Ho tolto il cartone, il cellophane, il nastro vezzoso, ho spostato i due libricini riportanti suggerimenti e storia dell'azienda, ho tolto l'adesivo con il codice a barre e vicino ne ho trovato un altro. C'era scritto: questo prodotto è stato controllato da Patrick per la vostra soddisfazione. Era scritto in francese...e così mi sono immaginata Patrick.


Alto, ma da riuscire a guardarlo dritto negli occhi. Con i capelli scuri, appena un po' lunghi, che tiene pettinati indietro ma che ogni tanto scendono in avanti, in un ciuffo malizioso. Sopracciglia scure, folte ad incorniciare due occhi profondi come la notte. Labbra morbide che si schiudono in un sorriso che rivela denti bianchi, con una piccolissima scheggiatura sull'incisivo destro. Indossa un dolcevita nero ed un paio di jeans sgualciti e non troppo aderenti, portati con distratta eleganza. Sopra, un grembiule in juta spessa, ruvida, come le sue mani forgiate dal lavoro. Mani che sanno accarezzare dolcemente la superficie lucida del tegame, occhi che scrutano con attenzione ogni centimetro del metallo. Assorto, in silenziosa concentrazione mentre attorno a lui le scintille della fusione illuminano la fonderia e il rumore della pressa scandisce il ritmo del duro lavoro manuale. La silenziosa concentrazione diventa sorriso quando, verificata la perfezione dell'oggetto, lo saluta, e lo allontana da sè, applicando l'adesivo. Come un buffetto leggero.

Per cui io sto ringraziando Patrick con queste Tagliatelle alle castagne e ragù di coniglio.
"Non so cosa dire....non avevo mai veramente riflettuto sull'invisibile lavoro che c'è dietro ad ogni oggetto ed alla passione con cui questo viene svolto."
"Magari il mio Patrick è un signore attempato, un po' appesantito dalla vita, con gli occhiali sulla punta del naso e che tiene a bada le esuberanze dei giovani colleghi: mi sono lasciata trascinare da "L'amore è una budella gentile" di Aldo Busi. Hai presente gli aviatori e gli ufficiali di cavalleria raccontati da Liala?"
"Ok, per questa volta te la lascio passare. E questi tagliandi con i numeri?"
"Li ho trovati nella cassetta dove c'erano le verdure. Vedi? C'è scritto: controllato operatore 23 e controllato operatore 54."
"Quindi li tieni lì per immaginarti il signor 23 e il signor 54, suppongo."
"In questo caso mi ispirano due donne."
"E ovviamente cucinerai anche per loro."
"Si, la cassetta viene da Chioggia."
"E quindi..."
...mo'eche ripiene o risi e suca baruca!"
"Tu hai bisogno di uno bravo. Ma bravo veramente."

Tagliatelle di castagne con ragù di coniglio alla Barbera (ricetta ispirata dal racconto di un piatto del ristorante "La casa nel bosco", Cassinasco (AT)

Ingredienti
1/2 coniglio, 3 scalogni, 1 carota, 3 bacche di ginepro, 6 grani di pepe nero, 1 cucchiaio di rosmarino e timo freschi tritati, 1 bicchiere abbondante di Barbera, brodo vegetale se necessita, 1/2 bicchiere di passata di datterini confit e qualche datterino per la decorazione, sale, olio evo.
300 gr di farina di castagne, 100 gr di farina 00, 4 uova bio intere, 1 cucchiaio raso di farina di grano arso.

Procedimento
Rosolare in un tegame di ghisa i pezzi di coniglio con 3-4 cucchiai di olio evo fino a rosolarli completamente, toglierli dalla pentola e metterli da parte.
Nel medesimo olio rosolare la carota tagliata a brunoise e gli scalogni sottilmente. Dopo un paio di minuti aggiungere il trito aromatico, le spezie e rimettere nel tegame i pezzi di coniglio, versare la barbera, portare a bollore, abbassare il fuoco e coprire.
Cucinare per circa 40' avendo l'accortezza di controllare un paio di volte ed aggiungere qualche cucchiaio di brodo vegetale nel caso necessitasse.
Togliere i pezzi di coniglio, spolparli e tritare la carne, rimetterla nella pentola con la passata, mescolare bene, regolare di sale, coprire nuovamente e cucinare per altri 10'-15'.
Togliere dal fuoco e mettere da parte.

Nella planetaria mescolare le farine setacciate un paio di volte insieme e le uova bio usando la frusta a foglia. Formare un rettangolo compatto di pasta, coprirlo con pellicola e metterlo in frigo almeno un'ora.
Riprendere il panetto, inserire l'attrezzo per sfogliare nella planetaria (oppure usare direttamente la macchinetta per tirare la sfoglia), passare 3 volte il panetto al nr. 2 e successivamente fino al nr. 5-6. Le tagliatelle non devono essere troppo sottili, a prescindere dall'attrezzatura che state usando.
Usate della semola rimacinata o della farina di mais per evitare che i nidi di tagliatelle si appiccichino tra loro, portare a bollore dell'abbondante acqua salata, gettare i nidi di pasta, cucinarla per 2' max 3', scolarla al dente e spadellarla per 1' usando un'ampia padella nella quale avrete unito il ragù.
Servire immediatamente, decorando con un paio di datterini confit che daranno ulteriore colore e ricorderanno un autunno insolitamente mite, accompagnando il piatto con la barbera rimasta.

Santé, Patrick ;)

16 ingredienti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Bonjour - je suis Patrick. Envoyez votre casserole à mon cher ami Emanuele, s'il vous plait.
    Merci bien de votre delicieux geste.
    A bientot, mon petit choux...

    RispondiElimina
  3. Fantastico racconto e ottima ricetta. Il risotto con la barbera mi è molto familiare, in casa mia era quasi il piatto della domenica, ma le tagliatelle con il ragù di coniglio .
    Mandi

    RispondiElimina
  4. @Emanuele...sono disperata...Patrick mi ha dato del cavolo :D
    @Mandi Rosetta! Sai com'è, mi piace cucinare anche con la penna e la fantasia :))

    RispondiElimina
  5. Il mio amico Patrick ha usato uno dei vezzeggiativi più dolci e diffusi oltralpe - anche se magari andava meglio petite ecc, ma non so - peraltro lui è un rude operaiaccio tra la banlieue jeangabinesca e la Belleville malausseniana, anche se lo dipingi come un incrocio tra amedeo nazzari e mastrianni, con una penna che svaria fra Liala e Delly...

    RispondiElimina
  6. @Emanuele, io sono nata nel secolo scorso :)

    RispondiElimina
  7. Da come l'hai minuziosamente descritto... pare quasi davvero che tu lo conosca! Bel piatto, davvero bello e sicuramente anche molto buono!

    RispondiElimina
  8. l'hai descritto così bene, così dettagliatamente...non sei matta, capita anche a me di affezionarmi alle persone e di immaginarmele..bellissimo piatto, patrick sarà contento!

    RispondiElimina
  9. sto ridendo così tanto che non riesco a leggere la ricetta... ripasso dopo!!!!!!!!
    sei un mito :D

    RispondiElimina
  10. Ciao Annamaria
    come stai?
    leggerti è sempre molto piacevole e divertente...
    Bella ricetta anzi buona.
    Ciao un abbraccio.

    RispondiElimina
  11. Carissima Annamaria,
    non ti preoccupare. Fin dalla nascita mia madre mi ha chiamato mon petite choux, che però può essere anche il bignè! Anzi, alle volte mi chiamava anche mon vermisseau (vermetto)!
    Comunque, storia stupenda (che immaginazione! Tutte vorremmo un Patrick così) e complimenti per il blog. Speriamo tu ci venga a trovare presto.
    Alessia e Tiziana

    RispondiElimina
  12. la descrizione di mr. patrick,cosi' come recitata, mi ricorda tanto una di quelle pubblicità, di uno qualunque dei troppi beni di consumo, dove una donna, più o meno svestita, si strofina languidamente sull'oggetto del piacere che non si può non acquistare. spot pubblicitari che tanto scandalo e riprovazione suscitano nel mondo femminile per i messaggi sessisti e di vilipendio della dignità della donna. ah come è facile trovare la pagliuzza nell'occhio del nostro vicino....
    un bis a toi, brontolo

    RispondiElimina
  13. @ Emanuele, dai non '800. Pensavo gli inizi del secolo scorso :)
    @ Barbara @Erika90 Chissà quanti Patrick ci sono in giro!
    @Grazie Cristina, ti aspetto!
    @Ciao Laura, tutto bene! E tu? Quand'è che ci vediamo da Carola?
    @Molto lieta ragazze e grazie di cuore per le vostre parole. Verrò presto a trovarvi :)
    @Questo giro non sono d'accordo Brontolo. Patrick l'ha creato lui l'oggetto per questo lo ama. Negli anni '50 le fonderie e le officine meccaniche erano piene di ragazzi tornati dalla guerra che amavano quello che stavano creando.

    RispondiElimina
  14. il mio commento non era rivolto a patrick...
    tutto il mio rispetto ed ammirazione per chi è in grado di creare utile bellezza!
    ciò che mi ha colpito è la somiglianza nella descrizione con le immagini degli aitanti carpentieri sudati della coca cola, o il vincent cassel de: il lusso è un diritto, o...
    comunque.... è bello non trovarsi concordi qualche volta...c'è spazio per dialoghi costruttivi:))
    abbraccio,
    brontolo

    RispondiElimina
  15. Ma quanto mi hai fatto divertire..mi ci voleva proprio, sei forte!!
    Ti abbraccio e buon ponte!

    RispondiElimina

Benvenuti nella mia cucina!