La scorsa settimana, a Conegliano, nella provincia di Treviso, è stato costituito il “Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale”, grazie all'azione illuminata di dodici torrefattori.
Il Consorzio ha lo scopo di valorizzare l’autentico espresso con un obiettivo molto preciso: ottenere l'inserimento del caffè espresso italiano nella lista dei beni immateriali tutelati dall'Unesco e considerati patrimonio dell'umanità.
L'iniziativa è partita in seno al Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè, associazione che riunisce oltre 250 aziende del settore in tutta Italia, di cui Sergio Goppion è vicepresidente.
“La tutela dell’espresso italiano – spiega Sergio Goppion – è già parte del lavoro quotidiano delle nostre aziende. Ora uniamo le forze per perseguire obiettivi più ambiziosi. Il riconoscimento da parte dell'Unesco sarà il punto di partenza per una sempre maggiore considerazione a livello internazionale”.
L’espresso è infatti un prodotto tutto italiano, la cui ricetta prevede un perfetto equilibrio di elementi quali la miscela; la grammatura, il grado e il tempo di macinatura; la temperatura dell’acqua e infine la tazzina nel quale è servito. Un bagaglio di storia, tradizioni e conoscenze che giustifica ampiamente il riconoscimento quale bene culturale immateriale.
Oltre alla Goppion, partecipano al consorzio i torrefattori: Bin Caffè; Caffè Cagliari; Caffè Krifi; Dersut Caffè; Esse Caffè; Hausbrandt Trieste 1892; Lazzarin Caffè; Oro Caffè; Quarta Caffè; Saquella 1856; Torrefazione Musetti e tre produttori di attrezzature per il caffè: Gruppo Cimbali; La Spaziale e Mazzer Luigi.
Il gruppo tuttavia - ci tengono a precisare le aziende firmatarie - è aperto a tutti i torrefattori italiani che vorranno unirsi nell'opera di difesa del caffè espresso.
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