A Gattatico, in
provincia di Reggio Emilia, ha sede un luogo che ha un'energia particolare, un
luogo dell'anima, nato negli anni '70, come elaborazione del lutto di un'intera
comunità che, più di sett'anni fa, si vide costretta a lenire il dolore
straziante della famiglia Cervi, contadini dai fermi principi antifascisti che
videro strappare alla vita e agli affetti sette figli maschi, trucidati dalla
follia nazifascista.
Questo luogo del
cuore è l’Istituto Alcide Cervi che gestisce il MUSEO CERVI, cuore
operativo delle proprie attività, la BIBLIOTECA ARCHIVIO EMILIO
SERENI che ospita il patrimonio librario e documentario del
grande studioso dell’agricoltura e l’Archivio storico nazionale dei movimenti
contadini, e le attività del PARCO
AGROAMBIENTALE, un percorso guidato all’aperto sorto sulla terra
dei Cervi, che illustra e valorizza le risorse naturali della media pianura
padana e il rapporto fra uomo e paesaggio nella trasformazione agricola nelle
campagne.
Da sette anni a
questa parte l'Archivio Emilio Sereni organizza una delle più significative esperienze formative
italiane sul paesaggio, il cui l’obiettivo di promuovere, sul piano
culturale e scientifico, la conoscenza del paesaggio agrario, inteso come la
dimensione visibile del territorio rurale, di cui è l’espressione, e che
affonda le origini nell’articolata combinazione fra le connotazioni naturali, i
processi agricoli, le dinamiche socio-economiche, gli insediamenti umani e gli
effetti delle scelte politico-amministrative. E mai come in quest'anno,
caratterizzato dall'Expo, "Eneriga per la vita. Nutrire il pianeta"
assume un significato particolare da approfondire e divulgare lontano dal
clamore mediatico delle multinazionali del cibo. Mi auguro di tutto cuore che
dal 31 ottobre la parola torni ai contadini ovvero a chi di cibo e di terra, da
sempre, ha qualcosa da dire e, soprattutto, da fare.
La Summer School, che si svolge dal 25 al 29 agosto, si avvale di prestigiosi patrocini e
del preziosissimo apporto di persone che operano
nei campi dell’educazione, formazione e ricerca, della definizione e attuazione
di politiche di pianificazione, tutela e valorizzazione delle risorse
territoriali, della definizione e attuazione di strategie e pratiche di
sviluppo delle aree rurali, della consulenza, delle attività imprenditoriali in
ambito rurale (agricoltura, turismo, ecc.), della promozione e valorizzazione
dei beni culturali, dei prodotti tipici e delle tradizioni locali.
Lezioni quindi,
ma non solo, anche divertenti laboratori e momenti conviviali, come i pranzi e
e le cene a tema.
In
collaborazione con Giuliana Biondi, espertissima iscritta all'Albo Nazionale
Assaggiatori di Miele, venerdì 28 agosto alle 20.30 presenteremo un laboratorio
sensoriale, "Il senso dei fiori per le api" dove si potranno
assaggiare una decina di mieli (sorpresa!) in purezza e in successivo
abbinamento ad una serie di spezie che apriranno i sensi alla cena successiva.
Di seguito vi
lascio una ricetta speciale, un antico rito liberatorio tibetano che
nell'unione tra miele e pepe nero saprà colmarvi di energia, che vivremo durante il laboratorio.
Antica cura
tibetana
Versare sul
palmo della mano sinistra 3 grani di pepe nero polverizzati, schiacciandoli
prima in un panno bianco. Uniteli a un cucchiaino di miele puro e amalgamate
dolcemente con il dito della mano destra per un minuto preciso, perche quello è
il tempo che ci vuole perché il miscuglio raggiunga la temperatura corporea di
chi lo prepara. Leccate l’impasto direttamente dalla mano sinistra, poco alla
volta, lasciando sciogliere in bocca e sotto la lingua prima di ingoiarlo.
Questa cura è
considerata una risposta completa al fabbisogno di energia.
Un laboratorio sensoriale davvero interessante. Amo il miele e amo le spezie, pepe nero in testa; proverò la cura tibetana, confidando in un pieno di energie!
RispondiEliminaBuon lavoro