Dalla fine di maggio a quella di luglio mi sono trovata a viaggiare attorno al gusto, in una specie di giro dell'Italia che è partito dalla città di Lecce, con Cibarti 2013, e si è concluso con Siena and Stars. In mezzo anche Genova e Marsala.
Nel frattempo il lavoro e gli innumerevoli impegni familiari non venivano meno per cui mi ritrovo ora, nella vita rallentata di un campeggio nel Delta del Po, a recuperare appunti, brochure, sorrisi e risate, fotografie, ricette, profumi e sapori ai quali dare un filo logico così che il racconto possa essere un ulteriore modo di condividere una passione.
Mentre mettevo ordine fra gli appunti e le emozioni mi sono resa conto che non sarebbe bastato un post per evento: sono stati giorni intensissimi e molto ricchi. Sarà quindi un agosto dedicato al racconto di persone e di passioni.
Vorrei iniziare con Marsala e con la tre giorni dedicata al vino ed alle eccellenze del territorio siciliano e non solo, in occasione della prima edizione di Marsala Wine, un evento dal respiro internazionale che ha visto la città invitare e far accomodare appassionati gourmet, giornalisti, blogger e turisti nel proprio salotto cittadino, come farebbe ognuno di noi con i propri amici.
La stessa splendida accoglienza che ci ha riservato Renato De Bartoli che, con la sua bellissima famiglia, ci ha aperto le porte di casa e della sua cantina, coinvolgendoci nel racconto dell'opera del padre Marco, che ha iniziato a trattare il vino, e nello specifico l'amato Marsala, agendo sulla qualità del terreno e dei vigneti con una visione in anticipo di almeno vent'anni rispetto al comune sentire. Visione che nel tempo ha dato risultati certi, tanto da essere premiata; durante l'ultima serata di MarsalaWine infatti, il sindaco Giulia Adamo ha consegnato ad un Renato profondamente commosso una targa, riconoscimento dell'eccezionalità dell'opera di Marco, cittadino marsalese.
Nell'intervista registrata durante la visita alla sua azienda, negli spazi che suo padre aveva dedicato all'altra sua passione, il collezionismo, e nel camioncino vintage che dallo scorso anno è l'oggetto dei miei sogni per eccellenza, Renato ci apre il suo cuore e ci confida i progetti per un futuro non troppo remoto.
Desidera dare nuova dignità al Marsala, e al poliedrico vitigno Grillo, considerato "demodè" e relegato alla parte finale del pasto, continuando l'opera di suo padre, e correggendo anche quegli errori di gioventù, commessi da giovane laureato, e che appunto gli fu consentito di commettere per crescere. Durante la visita alla sua azienda infatti, ci ha fatto vedere gli ettari di terreno che negli anni furono dedicati alla coltivazione di quei vitigni molto cool ma per niente autoctoni. "Mio padre mi ha permesso di sbagliare ed ora, con vent'anni di ritardo, ho compreso ed ho agito: il terreno, tolte tutte le coltivazioni precedenti, riposerà il tempo necessario e verranno piantati quei vitigni che facevano parte della tradizione marsalese, oltre al Grillo, naturalmente".
Ed è incredibile il potere della passione che sa trasformare zolle bruciate in grappoli d'uva dagli infiniti sentori.
Il tappo di una botte custodita in una freschissima cantina
Una splendida cassata con un profumatissimo Samperi di trent'anni
Una splendida cassata con un profumatissimo Samperi di trent'anni
Passato, presente e futuro di Renato De Bartoli
Eccoci quindi tutti a guardare i terreni sbancati e ad immaginarci il futuro attraverso le parole di Renato: non solo vitigni autoctoni seguiti con metodi biologici ma
anche altri prodotti della terra che l'illusione di vantaggi economici raggiunti
velocemente, e con poca fatica ha cancellato, come un grano antico, il "Perciasacchi"
ovvero il "bucasacchi", soprannome per raccontare di una spiga
lunga, forte, prepotente, come il suo chicco. Si tratta di una specialità
autoctona appartenente alla stessa famiglia del Khorasan, il "Kamut"
registrato oltre oceano.
E mentre si gira per l'azienda armati di bicchiere, nessuno immagina il momento unico che ci attende: il cuore fresco di pietra e di legno della sottostante cantina batte per noi e ci regala un nettare gelosamente conservato ovvero un Marsala di 110 anni, scovato e riposto tantissimi anni fa, con l'occhio di chi vede lontano, da Marco De Bartoli. Lo stesso lampo che ho visto far brillare gli occhi del figlio Renato.
Ci siamo dati un nuovo appuntamento, dopo il primo incontro dello scorso anno passato a cucinare insieme, appena il grano avrà dato frutto, per condividere un piatto di pasta che profumi di passione e di Marsala.
L'unica bellezza duratura è la bellezza del cuore.
Gialal al-Din Rumi, La bellezza del cuore, XIII sec.
La tua è una mirabile visione del bello. ♥
RispondiEliminaGrazie
Ciao Claudia! Al bello non bisognerebbe abituarsi mai :)
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminacuore e passione, emozioni lontane e di altri tempi. Eolo
RispondiEliminaPer fortuna Eolo sono emozioni anche di questo millennio ed io mi considero fortunata di raccontarle. E di riuscire a condividerle.
EliminaBellissimo reportage! Sbagliando s'impara e mi sembra che il tuo ospite abbia tratto grande giovamento da qualche errore di gioventù! Certo che avere tra le mani un marsala di 110 anni dev'essere una grande emozione!
RispondiEliminaCara Annamaria, che piacere passeggiare con te nei racconti. Riesci a riportare alla mente, con le parole, profumi antichi, colori ambrati e emozioni fortissime che solo le storie di passioni sanno dare.
RispondiEliminaÈ stato bello condividere con te questo viaggio...
Un abbraccio
Un paio di superlativi di troppo... che peraltro non fanno che acuire la mia invidia...
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