"Santa Lucia, la notte più longa che ghe sia" si diceva a Venezia a ricordo della Santa di Siracusa, protettrice della vista e da sempre venerata in tutta Europa. E' la prima persona che si ricorda dei bimbi, portando appunto i doni durante la notte ed aprendo, dopo la giornata dell'Immacolata, il periodo più gioioso dell'Avvento, quello dedicato ai nostri piccoli. Prima dell'adattamento del calendario il Solstizio d'inverno coincideva proprio con la notte dedicata a questa Santa mite e buona.
E durante le lunghe notti di questo periodo dell'anno le mille luci che si accendono servono non solo ad illuminare il cammino ed a scaldare i cuori ma soprattuto ad allontanare la paura del buio, ad addolcire momenti tristi.
Addolcire, termine evocativo per rendere appunto meno amaro un cibo, una bevanda, una giornata, uno stato d'animo.
Addolcire, l'esistenza, è quello che si augurano tutti, soprattutto quando si parla di bambini. Ma ci sono dei bambini che per rendere più dolce un nostro momento vedono la loro infanzia violata, i sogni trasformarsi in incubi, il futuro calpestato dal mito del business, del guadagno senza cuore e senza etica.
Perché in Africa, nei paesi di Costa d’Avorio, Mali, Benin, Togo, Ghana, Nigeria, Camerun, Burkina Faso (dove si produce il 70% della pasta di cacao) sono i bambini che lavorano nelle piantagioni; bambini esposti a condizioni dannose per la loro salute fisica e mentale, come afferma l’International Labor Rights Forum, una ONG statunitense che denuncia che più di 200mila bambini, dai 5 ai 15 anni, vivono da schiavi nelle piantagioni di cacao e nelle successive fasi di lavorazioni per consentire a noi, che addobbiamo alberi e scriviamo letterina a Babbo Natale assieme ai nostri figli, di poter godere di dolci momenti di gusto e di allontanare, mordendo un rettangolo di buon cioccolato, malinconia e tristezza.
Esiste una convenzione internazionale, chiamata Protocollo Harkin- Engel (detta anche Protocollo sul cacao), nata dopo che nel 2001 la Nestlè fu accusata di sfruttare la manodopera infantile, che ha come obiettivo quello di “migliorare gli standard sul lavoro minorile, elaborare una certificazione del cacao e proibire le forme di schiavitù, ottenendo il sostegno dell’industria, dei governi nazionali e delle organizzazioni non governative”. Eppure, a distanza di 12 anni, questo protocollo non risulta essere ancora applicato, nonostante le denunce dell'Unione Europea e dell'Unicef.
Davvero interessante è il documentario prodotto a due giornalisti, Miki Mistrati e Roberto Romano, che racconta con immagini crude ed inequivocabili quanto sta accadendo. Hanno compiuto, e registrato, un viaggio-inchiesta che si intitola, fuor di metafora, “The dark side of chocolate”, effettuato in Costa d'Avorio, che denuncia la piaga del lavoro minorile e il traffico di esseri umani attorno al mercato mondiale del cioccolato.
Il nostro contributo ad asciugare le lacrime di bimbi dall'infanzia perduta può essere molto semplice come acquistare il cioccolato che sia certificato da organizzazioni no-profit: Altromercato o Fairtrade o da chiunque altro ne possa garantire la provenienza. Così che la Santa che protegge la vista ci possa far aprire gli occhi.
Zelten Trentino
Ingredienti (per 8 persone)
350 g Petra5 (farina 00), 2
bustine lievito in polvere, 120 g burro chiarificato, 170 g zucchero profumato
alla vaniglia o 1 cucchiaino di estratto di vaniglia, 100 g di latte crudo, 4
uova bio, 120 g gherigli di noci, 120 g fichi secchi, 100 g scorze arancia
canditi, 60 g uva sultanina, 60 pinoli, 2 bicchierini di rum o di maraschino
(sangue morlacco).
250 zucchero a velo, 1 albume,
qualche goccia di limone per la ghiaccia a copertura, qualche gheriglio di noce
e qualche albicocca secca tagliata a julienne per il decoro.
Procedimento
Porre l’uvetta in ammollo con il
liquore, tritare grossolanamente pinoli e noci.
Nella planetaria montare il burro
morbido con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa, unire le uova una
alla volta, il latte intiepidito e la farina setacciata la farina con il
lievito e continuare il composto per una decina di minuti. Continuare con il
liquore, l’uvetta, i semi tritati, i canditi ed i fichi tagliati in dadolata.
Versare il composto in una
tortiera del diametro di 24 cm coperta da carta forno bagnata e strizzata e
cucinare nel forno statico già caldo a 175° per circa 45’. Sfornare, lasciar
raffreddare sopra una gratella.
In una ciotola montare lo
zucchero a velo con l’albume e il limone, versare sulla superficie lasciando
cadere ai lati e terminare decorando con i frutti ed i semi.
Servire non prima di aver lasciato trascorrere 24 ore.
Dolce per la festa di Santa Lucia di origine mitteleuropea che, fin dal XVIII secolo, viene offerto dal 13
dicembre, giorno di Santa Lucia, per tutta la durata delle feste.
Le tue parole mi hanno commossa, mi rendo conto leggendo il tuo post che non se ne parla abbastanza o forse che quando se ne parla si sorvola con troppa leggerezza!!!
RispondiEliminaBuona Santa Lucia a te e a tutti i bimbi nel mondo, con un pensiero a tutte quelle coppie bloccate in Congo con i loro bambini adottati!!!
Grazie Mila, il nostro compito credo sia anche quello di sottolineare tutte quelle aberrazioni che si compiono in "nome" del cibo e del profitto. Tante piccole voci creano un coro imponente! E speriamo bene per le coppie italiane bloccate in Congo.
RispondiEliminaCHE SANTA LUCIA SIA LA LUCE ANCHE PER QUESTI POVERI BAMBINI!!! CHE SE NE PARLI SEMPRE PIU' E COME SEMPRE IL TUO "EDITORIALE" E' OLTRE CHE GOLOSO, ANCHE PREZIOSO!!! HO SCRITTO IN MAIUSCOLO PERCHE' VEDENDO QUESTO VIDEO MI FA GIRAR... ..... VOTO 10 !! E.
RispondiEliminaPensa che non conoscevo questa triste situazione, anche se non e' una novita' nemmeno per me che in gran parte del Mondo i bambini siano costretti a lavorare in condizioni di semi schiavitu'. Acquisto gia' da molti anni il cioccolato fair trade, ma solo perche' pensavo che i produttori ne avessero maggior profitto, come e' giusto che sia, ora ho un motivo in piu' per continuare a farlo.
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