Mappa del Mediterraneo e si parte!
Stendete sulla scrivania (o sul pavimento, meglio, ci sono meno limiti) una bella carta geografica e cercate Cipro, la terza isola del Mediterraneo. Sembra un pesce: naviga dall’Occidente verso l’Oriente, confonde due mondi e due culture e mescola ingredienti e pietanze in cucine colorate e assolate.
Forza, venite in viaggio con me alla scoperta della #cucinamediterranea con le prugne Sunsweet #innamoratedeltuobenessere, che poi tornare in cucina sarà davvero più intenso.
Storia e leggenda. Incontro e scontro.
Sotto il cielo azzurro che solo il Mediterraneo sa donare Cipro è da sempre stata crocevia di storia e culture, dove anche la leggenda si fonde nella narrazione dei millenni che hanno creato e trasformato due mondi, l’Oriente e l’Occidente.
La visione del bello della cultura ellenistica e l’otium romano, la severità del Cristianesimo e la raffinatezza dell’impero Ottomano, la pragmaticità lungimirante e colta dei mercanti veneziani ed infine le tante guerre che ne hanno insanguinato le assolate spiagge. E’ come se la storia, nel corso dei millenni, abbia scelto un luogo e l’abbia eletto a testimone degli esiti delle contaminazioni, degli incontri ed anche degli scontri.
E nel terzo millennio, quello che secondo gli astrologi corrisponde all’Era dell’Aquario, in cui razionalità e pace dovrebbero regnare sovrani, la capitale di Cipro, la splendida Nicosia, è l’unica città europea divisa a metà da un muro: da un parte la bandiera della Turchia, dall’altra quella greca, due addendi di una sottrazione che non porterà a nulla.
Un film per sorridere dell’idiozia umana
“A Nicosia, secondo le normative locali, nessun animale, pianta o altro può essere trasferito dal settore greco a quello turco dell’isola. Naturalmente anche viceversa. Cosa succede quindi quando questo assurdo divieto viene violato?” E’ la sinossi di un film che mi ha davvero divertita ed angustiata nello stesso tempo: “Torna a casa, Jimi! 10 cose da non fare quando perdi il tuo cane a Cipro”, di Marios Piperides, che ha trionfato come miglior opera all’ultimo Tribeca Film Festival. E’ la storia di un cane che porta il nome del mitico chitarrista e che metterà a dura prova la già complessa vita di Yiannis, il suo umano.
Francesco Hayez, 1842, deposizione della regina Caterina Cornaro (fonte web)
La regina veneziana
Ugualmente avventurosa è stata la vita di Caterina Cornaro (in veneziano il cognome è Corner), che apparteneva ad una delle più potenti e temute famiglie veneziane.
Ricchissimi, grazie ad un'enorme piantagione di canne da zucchero a Cipro, nel 1464 ricevettero una richiesta d'aiuto dall'allora re Giacomo II di Lusignano, re di Cipro e di Armenia, impegnato in una guerra contro i genovesi, eterni rivali della Serenissima. I Cornaro offrirono al re importanti finanziamenti ed anche una sposa giovanissima, la quattordicenne Caterina.
Il destino non le fu davvero amico e nel giro di pochissimi anni rimase vedova, senza figli e di fatto estromessa dal governare il suo regno. Fu allora che il Gran Senato, con un'abile mossa diplomatica, l'adottò ufficialmente, facendola divenire figlia della Serenissima (ancorchè regina di un altro paese). La convinsero ad abdicare in favore di Venezia e Cipro divenne un possedimento veneziano.
Il 6 giugno 1489, seduta sul Bucintoro accanto al doge Agostino Barbarigo, Caterina fece il suo ingresso trionfale a Venezia come “domina Aceli (signora di Asolo), conservando il titolo e il rango di regina.
Durante il regno di Caterina, la corte di Asolo divenne famosa in tutta Europa per la presenza di artisti e letterati famosi. Tuttavia Caterina dovette scappare dal castello per ben due volte nel 1509, a causa dell’avanzare delle truppe asburgiche, e si rifugiò a Venezia, dove morì nel 1510.
Ancor oggi, nella splendida cittadina circondata dalle colline che accolgono la produzione dell'Asolo Prosecco Docg, è possibile visitare il suo elegante castello. Ma è anche possibile godere della rievocazione del suo rientro, durante la Regata Storica, con il corteo di decine e decine di imbarcazioni tipiche cinquecentesche, guidate da gondolieri in costume.
Prendete nota: si replica la prima domenica di settembre di ogni anno.
Asolo, Castello di Caterina Cornaro (fonte web)
Pranzare con la storia
Può un paese così ricco di incontri presentare una gastronomia “piatta”?
Certo che no! Come in tutte le cucine nelle quali storia, cultura e contaminazione sono gli ingredienti principali ho pensato di non presentarvi le solite “mezze” ovvero gli innumerevoli antipasti consueti anche per le tavole turche e greche, ma anche armene, libanesi, giordane, siriane ed ebraiche, ma di rendere protagoniste le prugne #innamoratedelsole.
Ecco allora uno stufato vegetariano, dove l’orto e gli alberi da frutto si mescolano in un piatto completo che può essere servito con riso pilav e yogurt greco (così da mettere le controparti d’accordo almeno a tavola).
E’ un piatto che si trova declinato in molte altre forme nella cucina del Medioriente, dove il senso dell’asprezza si ottenere con l’utilizzo di un’uva che si raccoglie immatura e con la quale si confeziona un aceto particolare. Lo stesso aceto che in Toscana, in Occidente, diventa “agresto”, quel gusto che nelle tavole medioevali non doveva mancare mai, neppure in quella di Caterina Cornaro.
La dolcezza delicata e sempre presente, trova nelle prugne essiccate #innamoratedellatuadigestione, le protagoniste golose ed indiscusse.
Il prossimo appuntamento?
Il prossimo appuntamento sarà con la cucina del Marocco e con un ingrediente che a sua volta ha girato il mondo, indossando profumi e sapori diversi. In una sorta di “midrash”, una narrazione, che mi auguro di pace.
Perchè lo storytelling siamo noi.
R - STUFATO DI PRUGNE, CECI E SPINACI
Portata: primo piatto
Dosi per 4 persone
Difficoltà: media
Preparazione: 20’
Cottura: 45’ circa
Ingredienti
400 g di prugne SunSweet
2 cipolle dorate, affettate
2 peperoni rossi medi, cubettati
2 carote, a rondelle
2 patate medie, cubettate
2 rape medie, cubettate
150 g di ceci già lessati
500 g di foglie di spinaci
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
125 ml di succo di limone
125 ml di vino bianco secco
olio evo
sale
spezie
curcuma in polvere, 1 cucchiaino
peperoncino, 1 pizzico
cannella in polvere, 1 cucchiaino
summaco, 1 cucchiaino
Procedimento
Mettere in ammollo le prugne per circa 15’ in acqua tiepida.
Mondate e cubettate o affettate le verdure, lasciandole divise.
In una casseruola capiente portate in temperatura dell’olio evo e soffriggete le cipolle, i peperoni. Dopo qualche minuto aggiungete le carote, le patate, le rape e dopo 2’ tutte le spezie, il peperoncino e il concentrato di pomodoro. Aggiungete il succo di limone ed il vino, i ceci, portate a bollore e continuate la cottura a fuoco dolce per 15’.
Scolate le prugne ed aggiungetele allo stufato di verdure, continuando la cottura per altri 15’: controllate il gusto non dev’essere ne’ troppo dolce ne’ troppo aspro.
Aggiungete tutti gli spinaci, coprite e continuate la cottura per altri 5’: le verdure dovrebbero essere morbide ma croccanti nello stesso tempo.
Regolare di sale e servire con un cucchiaio di riso pilav e un cucchiaio di yogurt greco, alla temperatura che preferite.
Ritratto di Caterina Cornaro
Datato 1542. Agli Uffizi, nella Tribuna, dal 1777. Tiziano Vecellio (fonte web)
Bibliografia e Link
La dieta mediterranea. Come mangiare bene e stare bene di Ancel Keys, Slow Food Editore, 2017
Breviario mediterraneo di Predrag Matvejevic, Garzanti, 2006
La cucina della tradizione ebraica di Giuliana Ascoli Vitali-Norsa, Giuntina, 1987
Il manuale di Nonna Papera, Arnoldo Mondadori Editore, 1970
Cipro, la porta d’Oriente, di Sandro Caranzano Dal Bosco Oriana - Ed. Polaris
La Serenissima a Cipro. Incontri di culture nel Cinquecento, di Skoufari E. - ed. Viella, 2013
"Lo storytelling siamo noi" ...sarà così, ma per me, lo storytelling sei tu!!! Complimenti ...
RispondiEliminaGrazie Sonia! L'ispirazione grazie ad eleganti regine e pelosi birichini :)
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