Offrire un biscotto, acquistarlo o prepararlo è un dolce gesto d'affetto.
In determinati momenti dell'anno l'utilizzo di specifiche spezie ha valenze di buon augurio: saggezza e cortesia che ci giungono da culture lontane da noi ma non distanti.
Non si può essere pro-globalizzazione solo quando si tratta di mac-consuetudini.
Il biscotto, o galletta, serviva anche come nutrimento che si poteva stoccare ed utilizzare in momenti successivi, come per il sostentamento dei marinai durante la navigazione.
Venezia ha un incredibile tesoro nel suo interno, l'Arsenale, la più straordinaria industria marinara che l'uomo abbia saputo creare. Nell'arco di una sola giornata veniva costruita e perfettamente attrezzata, anche con le vettovaglie, un'intera galea: una perfetta catena di montaggio 400 anni prima dell'avvento della rivoluzione industriale inglese.
Si narra che un messo spagnolo rimase stupefatto non solo dalla maestria degli artigiani (almeno 1500-2000 al giorno per arrivare a 4500-5000 nei periodi di picco produttivo) ma soprattutto della presenza femminile: qui lavoravano, tessendo le leggendarie corde in un edificio lungo 318 metri con 84 colonne, centinaia di donne, iscritte nel libro delle maestranze e regolarmente pagate, quando nel resto dell'Europa bastava avere capelli lunghi oppure occhi verdi per essere mandate al rogo. O un bel culo per darsi alla politica.
L'Arsenale era così importante per il popolo veneziano che un proverbio recitava così: "chi vede Venezia e non vede l'Arsenal varda el manego e no vede el bocal!".
Mi immagino la cucina di un mercante veneziano, ricca di spezie e le mani di una cuoca curiosa ed incuriosita dalle novità che il sior paron portava dall'oriente. E la vedo confezionare questi biscottini per le sue amiche "arsenalotte" in un contesto di lavoro rispettoso del loro essere donne e lavoratrici.
Suvvia, come accade quotidianamente nel nostro paese, no?
Biscotti speziati di pasta di mandorle con pistacchi e pinoli: una delle ricette di cucina più profumate del mondo!
Ingredienti
per 20/25 pasticcini:
200
gr di mandorle pelate, 200 gr di zucchero, 50 gr di albumi
1
cucchiaino di cardamomo in polvere, 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere, 80 di
pistacchi, 80 gr di pinoli, sale.
Procedimento
Tritare
nel mixer mandorle e zucchero fino ad ottenere una farina fine. In una ciotola
unire un pizzico di sale, le spezie setacciate insieme e gli albumi montati a
neve ferma, aiutandovi con una spatola, con movimenti dal basso verso l'alto.
L’impasto
della pasta di mandorle dovrà risultare sodo.
Dividerlo
in due parti, formare delle palline (bagnandovi spesso le dita con l'acqua
fredda) e rotolarle nei pistacchi o nei pinoli così da ricoprire tutta la superficie.
Adagiarli
in una leccarda protetta da carta forno, premendo appena e lasciar riposare per
un'intera notte.
Il
mattino seguente cucinare per 8'-10' nel forno statico già caldo a 180° gradi
facendo attenzione che non dorino troppo, pena una "secchezza"
eccessiva del biscotto medesimo, che dovrà risultare morbido al centro.
Lasciar
raffredddare sopra una gratella e servite con un vino passito per allietare
quattro chiacchiere :)
i xè proprio bei sti biscotini.....quasi quasi i provarai anca mi.....;-)
RispondiEliminaha ha ha complimenti, soprattutto per cme scrivi di venezia, ma anche per i biscotti!
Bei che mai...e belle anche le Corderie all'Arsenale, da visitare... (cdm)
RispondiEliminaCarissima, sono stata a Venezia svariate volte per lavoro, accompagnando i miei gruppi ed incontrando guide bravissime, e ti confesso che la parte della città che mi ha suscitato più emozione è stato proprio l'Arsenale e la sua storia. Ritrovarla nel tuo post (che non parla solo di Venezia ma sopratutto delle sue donne)mi ha dato grande gioia, visto che nel mio post di ieri ho parlato proprio di donne, forse in toni leggermente più agitati. Riguardo ai biscotti, mi hai colpito al cuore: confesso di essere disperatamente innamorata della pasta di mandorle e tutti i suoi derivati...Buona giornata. Pat
RispondiEliminaOttimi i dolcetti!! E Venezia ha sempre il suo fascino!!! L'ho visitata solo una volta nella mia vita, ma la sua unicità attrae enormemente!!
RispondiEliminaFranci
Non so dove abita e vive Franci ma una volta sola a Veenzia mi sembra un po' poco. Urge almeno il bis, immediato. Io a Venezia ci sono nato, ci abito vicino, ci vado spessissimo, ma ogni volta è una scoperta e un colpo al cuore. fai cento volte la stessa strada e ogni volta è un'emozione. Per cui, Franci, ti aspettiamo (cdm)
RispondiEliminaPer gusti forti_ biscottini ottimi anche con un caffè servito caldo e lasciato precedentemente sobollire ( 1 minuto) con grappa alla prugna.
RispondiEliminaAh Venezia, sempre una emozione. dx
@Grazie Susanna! Anche tu non te la cavi male!!
RispondiElimina@Da visistare e visitare ancora, hai perfettamente ragione. "Bei che mai" me lo diceva la mia nonna...:)
@Patty, allora la prossima volta che andrai a Venezia mi farai uno squillo e mi unirò al gruppo e magari ti porto dei biscottini di mandorle appena sfornati!
@Grazie Francesca e come dice Claudio ti aspettiamo!
@Grappa alla prugna! Con questo freddo aiuterebbe. Grazie Dx e benvenuto!
@ Patty, non riesco a raggiungerti per leggere il tuo post. Mi lasceresti un link di riferimento?
RispondiEliminaDopo averti raccontato meglio dell'aia nel post dove me lo chiedevi mica potevo non leggere anche questa nuova ricetta!
RispondiEliminabellissima ricetta e davvero bella l'immagine della cuoca che incuriosita prova tutte le nuove spezie ^_^
@ La storia della tua aia è fantastica! Mi ha ispirata che non ti dico (anche perchè mi ricorda quella di mio nonno, compreso il mega fienile e la macchinetta a manovella per sgranare le pannocchie!) come l'immagine della donna in una cucina medioevale: è ora di dare a cesare quel che è di cesare! Un abbraccio.
RispondiEliminaIeri sera li ho impastati e questa mattina cucinati. Ora con mio padre Adolfo, mamma Nora, mia figlia Matilde, la cugina Mariella e uan amica, Rita ci stiamo deliziando con queste biscottini. Ottimo il profumo del cardamomo.
RispondiEliminaPerò beviamo un buon thè indiano. Grazie
Ma quanto sono belli i tuoi biscotti!!
RispondiEliminaE' stato un piacere leggere questo articolo. Già, se penso alle condizioni della donna nel nostro paese mi intrisco un po' (poi in questo periodo è proprio una beffa, no-o?). A presto !
RispondiEliminaTi lascio il mio indirizzo benvolentieri anche se ti ho già fra i miei follower (e ne sono davvero onorata). Ti aspetto su andantecongusto.blogspot.com
RispondiEliminaBuon week end ed un bacio,
Pat
complimenti.... seguirò la tua rubrica sul Gazzettino.
RispondiElimina@ Ottima l'idea del thè indiano Loretta. La prendo subito in considerazione. Grazie davvero!
RispondiElimina@ Grazie Cara! Un bacione :)
@Cara Marilì, sembra tra il medioevo ed il rinascimento Venezia fosse un'isola felice di lavoro e rispetto. A dispetto della peste del 1630. ma poi appena prima di Napoleone e gli Austriaci, si sentiva vicina la fine della Serenissima, venne decretato Carnevale tutto l'anno: come nel nostro Paese...
@Payy, sono io onorata delle tue visite e della tua simpatia. Grazie perchè dal link del post non riuscivo ad arrivare al blog (dal profilo). Un abbraccio e buon we anche a te!
@Grazie dx e mi raccomando, fammi sapere cosa ne pensi!
Cara Anna Maria, penso che le passioni a volte fanno scherzi "qb"!
RispondiEliminaLo si capisce guardando negli occhi ed io li ho potuti vedere. Felice per te, di cuore.
Sono nuova del blog, brava e grazie per gli spunti che ci dai. Sono una semplice casalinga e cercavamo proprio una ricettina per biscottini carrini carini come questi.
RispondiEliminaNel pomeriggio con mia sorella li cucineremo, sono sicura che avranno successo. By
Io sono Dorina la sorella di Mirella (fa anche rima)
RispondiEliminae volevo chiederti un consiglio poco dolce:
per una zuppa abbineresti radicchio rosso e funghi? grazie e W le donne!
@ Grazie Dx, davvero.
RispondiElimina@Ciao Mirella e benvenuta. Non sei una semplice casalinga ma sei una donna che si è scelta il lavoro più difficile del mondo, per il quale ci vuole forza, fantasia, allegria, capacità di analisi, severità ma nella giusta quantità, il sapersi mettere in discussione tutti i giorni e tanto, tanto, tanto amore. Il fatto che l'organizzazione sociale non lo consideri non vuol dire che non vale, vuol dire che gli occhi con cui si guardano la realtà sono chiusi e serrati dinnanzi a ciò che fanno le donne tutti i giorni della loro vita. Un abbraccio e poi sappimi dire se vi sono piaciuti!
@Ciao Dorina e benvenuta: radicchio e funghi si sposano bene, anche perchè il tono amaro di uno viene compensato dalla morbidezza del''altro. Consiglio anche un po' di timo fresco che darà un profumo speciale a tutta la zuppa!
Ha perfettamente ragione "qb", sig.ra Dori, se vuole per addolcire leggermente la zuppa può preparare un battuto di carne di vitello o manzo o macinata magra, rosolata e asciugata senza altro niente in padella. Ne va un cucchiaio, messo sul fondo del piatto, versare la zuppa calda, il timo fresco o in mancanza un trito finissimo di salvia, una manciata di grana e un filino di olio ex. Buon mangiare.....
RispondiEliminaE' sabato, finalmente un'ora di pace.
Ho fatto la zuppa, con il timo fresco ed ho anche aggiunto del vitello macinato ed insapaporito con pepe macinato e timo.
RispondiEliminaEè da provare, veramente ottima.
Quanto ai dolcetti...... eccellenti!
Grazie e ciao a tutti
@ Grazie per i suggerimenti Decimo!
RispondiElimina@ Sono felicissima Dori ti siano piaciute le ricette. Un abbraccio ed a presto!
Sei proprio brava! Bellissimi anche questi biscotti, sono molto invitanti. Bella la presentazione e bellissime le foto. Farò i biscotti e ti saprò dire come sono venuti.
RispondiEliminaVerrai a trovarmi sul mio Blog? Io ti aspetto. Grazie 1000 Eleme
@ Grazie! Arrivo!
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