Se l'uomo è ciò che mangia, il cuoco è ciò che cucina?

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"Nessuno è perfetto". Miglioriamoci con un sorbetto di anguria all'acqua di rose


"Non si ha mai tanto bisogno di una vacanza quanto nel momento in cui vi si è appena tornati".
Sempre così. Accade che il tempo delle vacanze arriva e non si riesce a staccare. E arrancare per giorni subito dopo il ritorno.

Fin da piccola la prima cosa che mettevo nella valigia erano i libri di lettura e il sussidiario, successivamente i primi incontri con la letteratura e sempre in sottofondo la frase materna "Smettila con quei libri e vai fuori a giocare!" Infatti uscivo per andare in biblioteca, la stanza dei giochi più bella nella quale poter entrare. Con il tempo alle letture ludiche si sono aggiunte quelle professionali che poi per chi ama il proprio lavoro è semplicemente un modo diverso di divertirsi. 
Ma in vacanza, volenti o nolenti, accade che naturalmente si rallentano i ritmi, si conoscono persone, luoghi, usi e costumi nuovi e si modifica, seppure per un po', il proprio stile di vita. O meglio, si cerca di essere meno coinvolti dalle proprie dipendenze.


Dipendenze, esatto. Da qualche tempo a questa parte sono diventate tantissime, avete notato? Ed ovviamente dopo un periodo iniziale di deregulation, dove i censori dei vizi ed i censori delle censure si sfidano in punta di fioretto, il legislatore interviene in modo quasi materno, per "il nostro bene", appunto. Come nell'ultimo decreto del ministro Balduzzi, desideroso di un popolo italico "più sano e più bello". Perfetto.

Fumare fa male, lo sappiamo. Mio nonno ha iniziato a fumare a 8 anni (complice un tutore altrettanto vizioso), ha fumato per tutta la sua vita dalle 80 alle 100 sigarette al giorno (non l'ho mai visto senza), si è risposato all'età di ottant'anni ed è morto serenamente qualche anno dopo. Aveva anche il vizio del gioco ed infatti ha sempre sostenuto di aver contribuito in toto all'arredo del casinò di Venezia. 

Anche mangiare troppo fa male. Zia Nerina, molto popolare in giovane età per il suo seno felliniano, ha sempre sostenuto, durante la sua prima gravidanza, che bisognava mangiare per due. Da allora non si è più fermata e durante gli ultimi quarantanove anni (l'età di mia cugina) se qualcuno le faceva notare che forse era troppo dipendente dal cibo dava la colpa al metabolismo rallentato. E ai continui cali glicemici. Che cura consultando la guida dei ristoranti.
Ho amici che si prendono molta cura del proprio fisico e sono dipendenti dallo sport a tal punto da farsi male ad ogni allenamento e amiche così dipendenti dallo shopping da avere più scarpe da indossare che strade da percorrere.
Mia mamma è l'esempio dell'assenza assoluta da dipendenze: non fuma. non beve, segue un'alimentazione corretta e di qualità. Evidentemente non le basta: va dal medico ogni giorno a confidare dolori nuovi e a richiedere nuovi esami. Così vivrà da malata per morire sana.

Anch'io ho una dipendenza, oltre alla lettura ed alla cucina. Confesso che adoro il cinema: le vecchie commedie della Mgm, tutte le 13 parti dei Ziegfeld Follies, la regia visionaria di Almodovar e la pudica delicatezza nel trattare i sentimenti di Ozpetek. E ogni volta che rivedo Bambi piango. 

E come si guarisce dalle dipendenze? Zucchero-Marilyn Monroe, nell'unico film che la premiò con il Golden Globe, il bellissimo "A qualcuno piace caldo", scoperta a bere rispose "Non sono mica un'ubriacona, posso smettere quando voglio. Solo che non voglio!". Il bello della consapevolezza di essere dipendenti.

E visto che si resiste a tutto tranne che alle tentazioni da domani inizia la Mostra del Cinema di Venezia, a mezz'ora di treno da casa mia. Ho proprio bisogno di riprendermi perfettamente dalle vacanze :)


Sorbetto di anguria all'acqua di rose con pistacchi e cioccolato fondente al sale di Cervia


Ingredienti (per 4 persone)
800 gr di polpa d'anguria molto matura, 150 gr di zucchero semolato, 1 cucchiaino di acqua di rose, 1 albume, 1 cucchiaio di pistacchi, un pezzettino di cioccolato fondente al sale di Cervia dei Flli Gardini.

Procedimento 
Frullare la polpa d'anguria, passarla al colino cinese, unire lo zucchero e l'acqua di rose, portare ad ebollizione, schiumarla un paio di volte durante la cottura, circa 15'-20'. Lasciar raffreddare il composto, unire un albume appena sbattuto, mettere nella gelatiera per la mantecatura (circa 40') oppure in freezer per almeno 3 ore.
Servire con un porzionatore per gelati decorando la superficie con un po' di cioccolato grattugiato al momento e qualche pistacchio tritato al mortaio. 


la bellissima scena finale del film "A qualcuno piace caldo"

3 ingredienti:

  1. Carissima Anna Maria, che bello scoprire di avere condivisori di dipendenze. Quella del cinema è una mia malattia che non ho nessuna intenzione di curare. Mio marito ed i miei amici mi dicono che ho una memoria formidabile e che ricordo particolari assurdi che alla maggior parte delle persone sembrano insignificanti, ma che per me sono fondamentali. E questo con il cinema mi succede sempre. Ma credo che questo sia così per tutti di fronte a qualcosa che ci piace immensamente. Mia figlia di 10 anni, sta manifestando lo stesso amore. Questo mi rende felice. So che non ami partecipare a contest o robe varie. Ma magari il mio ti piace. E' sul cinema e sul cibo, due delle mie grandi passioni. Ti abbraccio carissima. Pat
    http://andantecongusto.blogspot.it/2012/07/tempo-di-contest-cinegustologiala.html

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  2. PS - Posso essere invidiosa? Il cinema a Venezia....un sogno impossibile.

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  3. Ciao Patty, è sempre un piacere leggerti! Hai proprio ragione, il fatto di vivere a mezz'ora di strada da una città come Venezia ti consente di poter usufruire di eventi e momenti di cultura davvero unici. In questi giorni non ci sono solo la Mostra del Cinema e la Biennale d'arte: ti ricordo la XIII giornata dedicata alla cultura ebraica. Verrò volentieri a vedere il contest e magari supererò la mia terribile timidezza e senso di inedeguatezza circa la partecipazione ai contest... grazie di cuore per l'invito. Un caro saluto :)

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