"Oh tasi, cara ti, che ti me fa andar in deliquio!"
Così risponde Arlecchino a Rosaura quando questa, in un crescendo wagneriano, spiega all'amico affamato come preparerà una calda, morbida e soprattutto abbondante polenta.
Nelle terre venete la polenta, dalla comparsa del "grano turco" (dove per turco si intendeva qualsiasi cosa "foresta"), diventò la sovrana della tavola essendo appunto impensabile preparare una qualsiasi pietanza senza il dorato accompagnamento: con il formaggio, con i funghi, con gli "osei" e con gli "ossetti". Buona anche fredda, ma rigorosamente abbrustolita e anche nella release dessert, semplicemente addolcita con zucchero semolato.
Nel blog di Allegra troverete un po' di storia del mais e delle campagne venete e anche una nuova ricetta dove un abbondante e fumante piatto di polenta e costicine diventa un glamour, e light, profumatissimo mini plum cake da proporre ad un tranquillo brunch domenicale.
Ciao. Ho letto la storia del mais che hai scritto nel sito di Rovagnati e volevo ringraziarti. Mi sono tornate in mente le giornate passate in campagna dalla nonna. E complimenti per la ricetta, davvero interessante. Francesca
RispondiEliminaGrazie Francesca e fortunata tu ad avere dei ricordi così dolci della tua nonna. Un abbraccio.
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