Un elegante involucro di crepês che avvolge una farcia preparata con lenticchie e cotechino il tutto accompagnato con una fonduta semplicissima a base di caprino che con le sue note un po' aspre pulirà la bocca e la preparerà per i piatti successivi: ecco la ricetta, illustrata nel video step by step, che potrete preparare per il cenone di San Silvestro.
E se avete voglia di saperne di più sui riti propiziatori di Capodanno forza con carta e penna: mutande rosse, dai che un paio da qualche parte nei cassetti ci
dovrebbero essere, il vischio (ecco, magari non di plastica), le lenticchie le
avete messe a bagno che non devono assolutamente mancare nel menù, i fuochi
d'artificio (belli e gratis quelli in Prato della Valle, con buona pace dei nostri amici pelosi), il calendario vecchio
e quello nuovo (come non l'avete ancora preso?!), frutta secca e frutta in
grani.
I
rituali di capodanno invocano la fortuna e la prosperità e questo avviene,
ovviamente, anche a tavola, come bene ci raccontano i Taccuini Storici, che dev'essere un tripudio di pietanze salate e dolci, le tavole devono essere splendenti, come
appunto durante le grandi occasioni: tessuti preziosi, porcellane pregiate,
calici trasparenti.
I
primi piatti devono essere generosi, come tortellini o paste ripiene e fra i secondi non dovrebbe mai mancare la carne di maiale, un tempo preferita fra le pietanze di
capodanno, perché il sacrificio del porco era stato appena compiuto e bisognava
ovviamente ricordarlo in pompa magna.
I
dolci, che chiudevano la tavola di questa ricorrenza erano gli stessi del
periodo natalizio. In quasi tutti comparivano l’uva passa, la melagrana, le
mandorle, ingredienti che avevano a che fare con il buon augurio di prosperità
(come appunto le lenticchie ).
Fra
le tipicità legate al filone della buona sorte, rintracciamo “la carenza”, una
specie di pan dolce dove era nascosta una moneta che finiva in premio a chi la
trovava nel suo boccone.
Ma
Capodanno da quanto tempo si festeggia? La festa di Capodanno ha
un'origine antichissima. I primi riti conosciuti sono quelli della civiltà
sumera. Ma anche nella preistoria il momento del cambio dell'anno, legato al
corso della luna e del sole, era un avvenimento importante, segnalato da
monumenti quali i megaliti. Gli antichi Romani continuarono a celebrare l'anno
nuovo nel tardo marzo, ma il loro calendario era continuamente 'manomesso' dai
vari imperatori; si scelse quindi 'sincronizzarlo' con il sole. Fu Giulio
Cesare, nel 46 a.C., a creare quello che ancora oggi è conosciuto come il
calendario Giuliano, che fissava l’inizio del nuovo anno il primo
gennaio. In quel giorno i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e
scambiarsi il dono di un vaso bianco con miele, datteri e fichi, il tutto
accompagnato da ramoscelli d’alloro, detti “strenne” come augurio di fortuna e
felicità. Nel Medioevo molti paesi europei usavano il Calendario Giuliano, ma
vi era un'ampia varietà di date che indicavano il momento iniziale dell'anno.
Tra queste per esempio il 1 marzo (capodanno nella Roma repubblicana), 25 marzo
(Annunciazione del Signore) o il 25 dicembre (Natale). Solo con l'adozione
universale del calendario gregoriano nel 1582, la data del 1 gennaio come
inizio dell'anno divenne comune consuetudine.
E dopo che abbiamo mangiato e brindato, onorando
così sia il vecchio anno che muore che il nuovo già sulla soglia di casa, cosa
possiamo fare per ben accoglierlo?
Come prima cosa ci si veste di rosso. Perché? Se la
memoria non mi inganna ai tempi di Ottaviano
Augusto era usanza delle donne e degli uomini, durante il capodanno, indossare
qualcosa di colore rosso, colore che rappresentava il potere, il cuore, la
salute e la fertilità. Se invece siete affascinati dall’oriente vestirsi di
rosso è un’usanza che arriva dalla Cina. Secondo i cinesi, indossare una
cintura rossa permette di contenere dentro di se il proprio Ch’i positivo.
Dalla cintura alle mutande il passo è breve: l’importante è concentrare
l’energia.
Così belli carichi
possiamo bruciare il vecchio calendario ai rintocchi della mezzanotte ed
appendere subito quello nuovo, gettare dalla finestra ciò di cui ci vogliamo
disfare, ma forse questo sarà la fortuna dei poveri diavoli colpiti da oggetti
contundenti e dei loro assicuratori.
Direttamente dalle tradizione celtiche ci arriva
l’usanza di regalare il vischio, considerato
un amuleto portafortuna. Bisogna raccoglierlo ma non con la mano sinistra: un
tempo si faceva cadere colpendolo con un bastone o una freccia e si doveva
afferrarne il cespo al volo prima che toccasse terra. Tutta questa
supersitizione è ispirata al simbolismo di questa pianta semiparassita e
sempreverde che vive sui rami del pino silvestre, del melo e del pero, ma anche
della quercia: i Celti infatti consideravano il vischio donato dagli dei e che
nasceva là dove era caduta la folgore. Inoltre nella
notte del 6 gennaio, in Inghilterra. per scongiurare il pericolo di rimanere
zitelle, se ne deve bruciare il mazzo che ha addobbato la casa durante le feste
natalizie.
Ma non solo il
vischio è un
segno augurale della festività:
decoreremo la nostra casa e la
nostra tavola anche con l'agrifoglio, che con le sue foglie persistenti evoca
immagini di durata, di sopravvivenza e di prosperità;
con l'alloro, conosciuto
come simbolo di successo e lode, che è il verde del buonaugurio natalizio e di
fine d’anno per eccellenza;
con il ginepro (le cui bacche finiscono negli
arrosti), che, all'insegna delle sue molte virtù, è pianta di rinascita e,
certo, della buona sorte.
E
in giro per il mondo cosa si combina? Beh, in Spagna c'è l'uso di mangiare alla
mezzanotte dodici chicchi d'uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati dal
grande orologio comunale. In Russia, dopo il dodicesimo rintocco, si apre la
porta per far entrare l'anno nuovo. In Ecuador ed in Perù si esibiscono fuori
la propria abitazione dei manichini di cartapesta, ed a mezzanotte li si brucia
nelle strade. In Giappone, prima della mezzanotte, le famiglie si recano nei
templi per bere sakè ed ascoltare 108 colpi di gong che annunciano l'arrivo di
un nuovo anno (l'ascolto di questi suoni purifica perché si ritiene che il
numero dei peccati commessi da una persona in un anno sia di 108). Cosa dite? I
vostri peccati sono più numerosi? Beh, non so se bere più sake purifichi
maggiormente ma si può sempre tentare.
In Italia esistono miriadi di rituali propiziatori da svolgersi nella
notte di San Silvestro, tanti da far impallidire il resto del mondo!
In Sicilia, la sera del 31 dicembre nessun lavoro
manuale va iniziato o deve rimanere in sospeso perché si rischia di non
terminarlo o di concluderlo malamente; se proprio dovesse accadere, durante i
rintocchi della mezzanotte bisognerà declamare uno scongiuro invocando
direttamente il padre, il figlio e lo spirito santo.
Il fuoco
è simbolo della luce del sole portatrice di energia e salute, per questo nella
notte di San Silvestro s’accendono fuochi, che verranno ripetuti poi la notte del 5 gennaio, purificatorio
rito pagano di origine celtica, propiziatore di virilità e fecondità.
A San Martino di Castrozza una lunga fiaccolata si
snoda dal colle delle Strine sino ai prati di Tonadico, dove verrà bruciato un
enorme fantoccio di legno e stracci e con lui, simbolicamente, verranno
cancellati tutti i guai e le tristezze del vecchio anno.
Importante
è anche quello che si mangia quella notte; innanzi tutto, mai come quest’anno
occorrerà mangiare molte lenticchie perché portano soldi.
In Val d’Aosta e nelle Marche mentre scocca la
Mezzanotte è di buon augurio mangiare 12 acini d’uva nera, mentre in Romagna va
bene l’uva di qualunque colore (magnìla cla porta quatrèn!) o altra frutta che
si sgrana, come il melograno.
In Abruzzo, a cena, non debbono mancare 7 minestre
di 7 legumi diversi, anche loro portatrici di ricchezza. Ricordo che 7 è un
numero carico di significato, soprattutto per l’antico testamento
Altro elemento fondamentale del cenone dovrà essere
la frutta secca, simbolo di prosperità: se in Francia la tradizione ne esige 13
tipi diversi, da noi ne bastano 7: noci, nocciole, arachidi, zibibbo, mandorle,
fichi, datteri.
E il
brindisi?
Indispensabile ovunque il cin cin con lo spumante o
del vino frizzante che, stappato a mezzanotte esatta, faccia il botto: questo
rumore, come quello di petardi e fuochi d’artificio si dice serva a scacciare
il malocchio.
Vedo,
prevedo, stravedo.
Per sapere cosa il nuovo anno porterà in famiglia,
in alcune zone della Calabria c'era la bizzarra usanza di far cadere una grossa
pietra sul pavimento della cucina: se non procurava alcun danno, era buon
auspicio. Se scheggiava le mattonelle, prediceva accadimenti sfortunati (ad
esempio il costo del muratore). Usanza
tipicamente laziale è quella di lanciare fuori dalla finestra tre grossi vasi
di coccio pieni dell’acqua, servita in precedenza a lavare pavimenti, insieme a
oggetti e panni sporchi: servirà a purificare la casa da tutte le magagne e le
tristezze dell’anno passato. In Sardegna, i contadini usavano posare dodici chicchi
di grano, uno per ogni mese, su un mattone rovente: quelli che bruciavano
segnavano bel tempo, quelli che saltavano via indicavano pioggia e vento.
E persino riguardo l’amore si potevano, e possono,
fare previsioni: nel Lazio le nubili infilavano in 3 aghi 3 fili diversi:
bianco (amore felice), nero (amore infelice) rosso (zitellaggio) - poi ne
sceglievano uno a occhi chiusi.
A Codroipo è usanza lanciare una pantofola verso la
porta di casa: se cade con la punta rivolta all’esterno, nozze in vista.
In Puglia si mettono 2 chicchi di grano in un
bicchiere d’acqua: se restano uniti, matrimonio entro l’anno, sennò ciccia.
Infine, far molta attenzione a cosa si farà il 1°
gennaio anche qui ogni paese ha la sua usanza: nel Bergamasco non si
debbono prestare oggetti di alcun tipo. In Calabria non devono esser chiesti
soldi in prestito. In Campania, al contrario, mai negare un prestito chiesto a
Capodanno, il denaro prestato tornerà indietro centuplicato. Nelle Marche è
“vietato” acquistare o pagare qualsiasi cosa, così come in Liguria litigare. In
Emilia Romagna bisogna iniziare un lavoro proficuo. In Abruzzo, invece sono le
donne a dare inizio a quante più faccende possibili. In altre regioni, il
primo dell'anno deve trascorrere in riposo, altrimenti ci si affannerà per
tutto l'anno. Tra i vari rituali scaramantici uno è ritenuto assai
veritiero, in varie regioni: è importante notare la prima persona che
incontreremo per strada. È di buon augurio incontrare un vecchio o un gobbo,
mentre se si incontrerà un bambino o un prete si avrà disgrazia. Così in
Piemonte porta fortuna incontrare un carro di fieno o un cavallo bianco. E per
finire , in Campania è fondamentale fare l’amore …tutto questo
perché, si sa, ciò che si fa a capodanno si fa tutto l’anno.
Scritto tutto? Bene, che Capodanno e’ alle porte e le azioni propiziatorie da compiere in un minuto sono tantissime!
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