Se l'uomo è ciò che mangia, il cuoco è ciò che cucina?

GENTE DEL FUD E DISSAPORE IN VIDEO

GENTE DEL FUD E DISSAPORE IN VIDEO
20foodblogger, 20prodotti, una passione: Pomodorino di Torre Guaceto o Cipolla di Acquaviva? ;)

la cucina di qb è anche app

la cucina di qb è anche app
per telefoni Nokia

La Cucina Italiana

La Cucina Italiana
Special Ambassador

Lettori fissi

"C’è un solo modo per consolare una vedova. Ma tenete presenti i rischi."


Come promesso ecco la seconda parte del post dedicato al Porto vecchio, di Trieste, ovvero la prosecuzione del momento intenso trascorso all'interno della Centrale Idrodinamica. Prosecuzione che ha virato nell'allegria quando, cercando un luogo che consentisse di fotografare il piatto usufruendo di uno sfondo naturale, ovvero le onde vivaci create dal vento di scirocco, mi fu consigliato di andare ad uno stabilimento balneare vicinissimo, un Cral del porto.



Chiesto il permesso di entrare per fare delle foto, mi sono trovata di fronte ad un'immagine insolita ovvero almeno una ventina di signore, in costume intero: abbronzate, curate, perfettamente pettinate e tutte serenamente sorridenti.

Entrata in confidenza con il bagnino, un prestante signore di 77 anni, divorziato due volte e alle prese con la terza moglie, mi ha raccontato un po' la bellezza dello stabilimento, curato come una creatura dal valore inestimabile. "L'hanno scorso abbiamo rifatto tutte le toilette, il tetto è a posto, tavolini e sedie sono nuovi. Bisognerebbe dare una sistemata al bar-ristorante-cambusa ma sa com'è, qui siamo tutti volontari e con qualche anno sulle spalle." E mentre sottolineava la sua età si vedeva che era orgoglioso di come era arrivato a compiere così tante primavere: occhi vivaci in un volto simpatico ed abbronzato.

A quel punto non ho potuto esimermi da porgli la domanda che mi frullava in testa: "Ma perchè le clienti di questo bagno sono tutte donne?"
"Ocio, le xe tutte vedove!" dando un tono molto profondo alla sua risposta.
Me le ha indicate più o meno tutte scoprendo piccoli segreti di ognuna, con complicità, con rispetto. E mi ha raccontato la storia di Mercedes, la vedova più importante dello stabilimento, mostrandomi una foto conservata all'interno del bar, scattata in occasione del suo novantesimo compleanno e festeggiato in pompa magna 3 anni fa.

"Mio figlio è andata a prenderla con il sidecar che ci siamo fatti prestare, le abbiamo fatto fare il giro del centro e poi tutti qui a fare festa insieme alla fanfara."
"La fanfara?" chiedo io. "Quella dei Bersaglieri?"
"Certo!" mi risponde un po' malizioso. "I bersaglieri gli piacciono davvero molto: ne ha sposati tre!"
"E quindi è anche lei vedova?" continuo ad indagare incuriosita. "Si, ha seppellito da poco il quarto marito. E l'anno prossimo, per il compleanno, la portiamo a fare un giro in elicottero".


E mi sono immaginata Mercedes: la foto rimanda una signora sorridente, con gli occhi, chiari e sornioni che nella sua lunga vita devono averne viste davvero molte, in una città dal passato travagliato come quella di Trieste.
Il bagnino continua il racconto. Dice che Mercedes odia la Croce Rossa, che usa il bastone solo per andare alla toilette, perché si vergogna di far vedere questa sua piccola "mancanza" e che si presenta al bagno vestita in tinta: costume, occhiali, sandali, cappello e copricostume, tutti rigorosamente dello stesso colore.


Ho pensato a come l'iconografia classica, e una certa tradizione ipocrita e maschilista, proponeva l'immagine delle vedove: tristi, piangenti, disperate, vestite di nero sempre. Come se il lutto del cuore dovesse per forza essere palesato anche agli estranei così da rientrare di diritto in una categoria, quella delle vedove, appunto.
Alla fine degli anni '70 (e quindi non mille anni fa!!!) la modifica del codice civile ha dato pari dignità ai coniugi: fino ad allora la donna superstite si doveva affidare al buon cuore dei figli per restare nella casa dove aveva vissuto un'intera vita di dono e sacrificio.

Quando ho chiesto al simpatico bagnino perché così tanti matrimoni tra le signore intente a giocare a carte mi ha risposto quasi stupito: "Beh, ogni marito lascia una musina (salvadanaio) e così ci assicura una vecchiaia serena. E poi al pomeriggio ci sono i nipotini, che riempiono la vita."

Donne, che la società schiava di canoni effimeri come l'eterna giovinezza siliconata, dimentica.  
Donne che, con il loro costume intero su corpi segnati dal tempo, manifestano una bellezza ed un fascino sconosciuto a certi consiglieri comunali, pagati per sfilare in bikini e che hanno contribuito a lasciare un Paese in mutande.



Mi sono guardata fugacemente allo specchio di una toilette davvero pulita e ordinata: cappelli pseudo-raccolti con il mollettone d'ordinanza, mise spiegazzata da ufficio, camicia con le maniche lunghe -  perché c'è sempre qualche collega con le fumane che tiene la temperatura a -18° - e un sorriso un po' stirato su un'incarnato già irreparabilmente troppo pallido. Poi ho guardato la signora in costume verde smeraldo, abbronzatura elegante e pettinatura perfetta, gettare la carta sul tavolo e chiudere trionfante la partita a briscola.
Invidiandola profondamente.


Ho bisogno di un po' di dolcezza. Che ne dite di condividere una fettina di questa torta?

Torta di ricotta con cioccolato fondente, pepe nero lungo ed essenza di bergamotto


Ingredienti
1 kg di ricotta freschissima, 4 uova bio, 400 gr di zucchero semolato, 150 gr di cioccolato fondente tra il 54 al 62%, 4-6 cucchiai rasi di fecola o maizena, pepe nero lungo, essenza di bergamotto, un sospetto di sale rosa.

Procedimento
Lavorare la ricotta in una ciotola con lo zucchero ed unire, aiutandosi con una frusta, 1 uovo alla volta. Unire il cioccolato precedentemente spezzettato e qualche macinata di pepe nero lungo, mescolando bene. Spruzzare sull'impasto ottenuto per 2 massimo 3 volte un'essenza di bergamotto e versarlo in una tortiera di 26 cm di diametro ben oliata o imburrata.
Cucinare nel forno statico già caldo a 160° per circa 50' (si deve rapprendere anche al centro ma deve rimanere morbida).
Sfornare, lasciar raffreddare nello stampo, metterla in un piatto da portata e servire fredda con un po' di zucchero a velo.

11 ingredienti:

  1. Dopo questo post ho ringraziato Dio per i doni che ci fa in maniera (secondo noi) casuale e inaspettata.
    La nostra vita è costellata di preoccupazioni, dispiaceri, tristezze. Ma un bel giorno incroci la strada di una persona che ha un dono speciale. Quello di saper filtrare la realtà attraverso i suoi occhi che decidono di vedere e fare proprie solo le cose belle che sta guardando.
    E parlo degli occhi e delle parole del meraviglioso bagnino abbronzato di 77 anni, della vedova vestita di verde smeraldo e anche di te, che riesci a cogliere la bellezza di tutto ciò e ce la regali.
    Ma parlo soprattutto di te che in ogni cosa che fai ci metti un tocco di delicatezza e semplicità e trasformi tutto in poesia.
    Bellissimo questo tuo post, le tue foto, la ricetta poi....
    non vedo l'ora di rivederti....
    un abbraccio
    Anna

    RispondiElimina
  2. mia zia fa parte di una specie di club delle vedove, devo dire che non si annoiano proprio :) Del resto la vita va avanti... è inutile, forse, fermarsi :)
    Bellissima torta!
    un bacione

    RispondiElimina
  3. Bellissimo!!! Tutto davvero:-) ti abbraccio
    ps. dovrò andar a sbirciare queste vecchiette anch'io

    RispondiElimina
  4. Mercedes?? il nome è tutto un programma, la noia non è nel suo vocabolario. Trieste è mare, sole e vento. Gli anziani sono di una stoffa diversa, forse perchè han vissuto la "libertà" con uno spirito diverso. Post (articolo) e ricetta 10 e lode!. Eolo

    RispondiElimina
  5. Le tue storie mi inchiodano! Non so perché le persone mature mi piacciano tanto, forse soffro della sindrome di Harold and Maude, chi lo sa. Fatto sta che conosco 4 signore fiorentine, la più giovane ha 85 anni, e si ritrovano una volta a settimana a giocare a Burraco (con i soldi, 1 centesimo a punto). Credimi, non ho mai visto tanta voglia di vivere e bellezza in un gruppo di donne. Mi innamoro dei loro nomi, Norma, Delfina, Iris, Mercedes...sono donne di un mondo che non esiste più e che forse è racchiuso ancora un po' dentro di loro. Ne sono attratta senza speranza e soffro da matti al pensiero che quel mondo se ne andrà per sempre con loro.
    Un post veramente veramente bellissimo. Un grande abbraccio, Pat

    RispondiElimina
  6. Queste donne potrebbero diventare le mie migliori amiche, uscirei per le vie della città con loro ed uno sguardo orgoglioso, per dimostrare alle giovani donne che ci si reinventa, si va avanti e si può essere felici, più di prima, anche a 90 anni, anche con tre mariti defunti e tante rughe in più.

    Sei la mia scrittrice preferita :*
    (Oltre che, spesso, la mia fonte di serenità spirituale)
    Un bacio, Buona Giornata!
    Francesca

    RispondiElimina
  7. ah beh, hai messo qualcosa di colorato nell'album!! complimenti, quel castello è così unico! Eolo

    RispondiElimina
  8. Anna Maria ogni volta che leggo questi tuoi 'scorci' umani mi strappi un sorriso di tenerezza.
    Sei una attenta osservatrice dell'umanità che ci avvolge ma soprattutto sei una persona che osserva con il cuore e questo basterebbe a far la differenza.

    Io ti darei un programma tutto tuo in tv dove poter raccontare con le parole e le immagini la 'piccola' e meravigliosa realtà della vita quotidiana.

    un bacio
    Pippi

    RispondiElimina
  9. questo post è un viaggio! L'ho vissuto dalla prima parola all'ultima, ho sorriso leggendo della signora, del bagnino, del profumo del mare...

    ...grazie di cuore per questi racconti che finiscono con una nota davvero dolcissima :)))

    RispondiElimina
  10. non so perchè ma questo post mi riporta a un'atmosfera "bella epoque"...

    RispondiElimina
  11. Ho sempre amato leggere, questo è vero. Ed ho sempre amato osservare quanto accadeva attorno a me, forse perchè la mia grave miopia (e quello che avrebbe potuto diventare) mi faceva temere di non vederci più. Per cui ho cercato di riempire il cuore e la mente di immagini ma non passive, come quelle della tv (i film sono un'altra cosa) bensì attive: per goderne bisognava esserci. E ogni volta è un'emozione. Il blog mi ha dato questa fantastica opportunità ovvero condividere delle emozioni che siano essere ispirate da un accadimento, da un luogo o da un profumo.
    E il fatto di riuscire a trasmettere (e condividere) tutto ciò per me è come un dono dal cielo, un arcobaleno palpabile, un bacio sulla punta del naso.
    Vi abbraccio.

    RispondiElimina

Benvenuti nella mia cucina!