Se l'uomo è ciò che mangia, il cuoco è ciò che cucina?

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"Il pallone è una bella cosa ma non va dimenticato che è gonfio d'aria". E uno sformatino di mele in cocotte


Ci risiamo. 
Abbiamo appena finito di riporre i tric-e-trac utilizzati nel napoletano per la conquista dell’agognata Coppa Italia che già ieri, in un’Italia fragile e terremotata (non solo per le conseguenze del sisma ma soprattutto per quanto sta avvenendo nell’ambito politico del nostro paese) ripartivano a Milano i “giochi” legati al calcio mercato. Senza contare che fra poche settimane avranno inizio gli Europei ed a strettissimo giro le Olimpiadi.
L’argomento calcio, e purtroppo ancora lo sport in generale, ispira, nella maggioranza dei casi, declinazioni al maschile: il gioco del calcio, il giocatore, il mister, il tifoso, il presidente, il direttore sportivo, ecc.
Nessuno pensa alla MAMMA, la vera, unica, insostituibile, incommensurabile artefice dell’oggetto del desiderio di tifosi e sostenitori. Anzi, uno ci ha pensato recentemente, il signor Procter & Gamble che con un guizzo alla Maradona ha segnato un goal alla Del Piero, programmando una reclamè "olimpica" (azzeccata la scelta del brano “Divenire” di Ludovico Einaudi che personalmente mi commuove ogni volta) in cui si racconta l’ovvio: ovvero che senza la mamma che alleva e stringe al seno il pargolo insonne, che affonda nelle pappe sputacchiate dalla creatura, che lava pallet di biancheria e cucina container di merende, che sorveglia, accudisce e non dorme mai, che negli anni diventa esperta di logistica e posizionamento dei soprammobili per salvarli da traversoni in salotto, cross in corridoio e parate tra le gambe della scrivania del povero nonno, nessuno, dico nessuno, potrebbe parlare di calcio e dei suoi campioni.


 

E avete mai visto il tifo calcistico di una mamma? Ecco, alcune dovrebbero farsi un paio di valium perché per quanto sia umano il trasporto amorevole nei confronti della creatura desiderare il linciaggio dell’arbitro non è carino. Quantomeno poco elegante. Diciamolo.
E vogliamo parlare delle sconfitte? Verrebbe da entrare nello spogliatoio, abbracciare il piccolo e sconsolato sportivo, versargli un po’ di tè caldo…e invece si comincia a disquisire di schemi di gioco non rispettati, di concentrazione mancante, di alimentazione ricca di grassi (ti avevo detto che le patatine fritte non le avresti digerite in tempo) e di avversari che effettivamente, secondo me, "Signora mia, sono dopati! Ho visto delle lattine di energy drink nella borsa del massaggiatore!".

Ed alla sera, quanto tutti sono a letto e si aspetta pazientemente che la lavatrice sputacchi con la centrifuga la tuta usata per l’allenamento e un paio di chili di fango (eventualmente rinvaso le petunie), si raccolgono i giochi sparsi sul pavimento, qualche libro, la carta nascosta di una caramella e l’immancabile album di figurine…però, quanti ragazzi e che giovani!! Guarda questo, ha lo stesso sorriso del mio tesoro! Ma dai, cosa mi viene da pensare! Figurarsi se la creatura diventerà mai un campione come questi…però oggi non ha giocato poi così male. Insomma, e che pretendono?! E’ stato sfortunato, un infortunio dietro l'altro e non è che sia stato tanto sostenuto dalla squadra, eh! Cavolo!!! Stiamo parlando di MIO FIGLIO, che per fortuna sa cos'è un congiuntivo. E lo sa anche usare!!
“Amoreeeee: sarà meglio che domani andiamo dalla parrucchiera. Oramai ti pettini con le bombe a mano: non vorrai mica venire male nelle figurine, vero?”



Soufflé di mele in cocotte (perchè l'aria non è solo nei palloni gonfiati)

 Ingredienti (per 8-10 cocotte)
4 mele renette, 40 gr di burro chiarificato, 4 albumi d’uovo, 50 gr di zucchero semolato, cannella, sale.

Procedimento
Pelare e mondare le mele, privarle del torsolo e tagliarle in dadolada.
Cucinarle in una casseruola in ghisa Staub, a fuoco medio, con metà dello zucchero e 1/2 bicchiere d’acqua fino ad evaporazione del liquido e all’ottenimento di un composto asciutto. Unire un sospetto di cannella macinata, se amate questa spezia altrimenti potete sostituire lo zucchero semolato con altrettanto zucchero profumato con stecche di vaniglia "usate" (magari per preparare una crema inglese o una creme brulè, lavate e asciugate e inserite in un vaso di vetro con lo zucchero). Versarla in una ciotola e mettere da parte.
Spennellare di burro fuso le cocotte e tenerle in frigo per 10’.
Montare a neve ferma gli albumi con un pizzico di sale e unire poi il resto dello zucchero.
Incorporare delicatamente gli albumi alla composta di mele utilizzando una spatola in silicone con movimenti dal basso verso l’alto.
Riempire le coccote, lisciare la superficie con la spatola, pulire i bordi con le dita per consentire al composto di salire e montare bene durante la cottura. Cucinare nel forno già caldo a 210° per 12’-15’ e servire subito.

4 ingredienti:

  1. Piccoli campioni crescono. Io seguo molto il calcio, sono una super tifosa e super appassionata. Sono certa che dietro ogni giocatore c'è sempre una mamma, nonna, moglie, premurosa che si occupa di tutto, dall'alimentazione al... bucato. :) Fantastici i tuoi sformatini!

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  2. ciao cara!!io non ho le casseruole staub...
    va bene anche una casseruola con il fondo alto?
    grazie mille..

    la modaiola

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  3. Signore ti ringrazio che ho una femmina e che il momento non vuole fare la velina! Io seguo il calcio solo ai Mondiali e solo quando gioca l'Italia ovviamente. Ma le olimpiadi no, non me le posso perdere. L'atletica e' stat il mio primo amore e quando i velocisti sono sui blocchi di partenza, risento in bocca il sapore dell'adrenalina. Che emozione. Altro che calcio!
    Sei sempre troppo spassosa, e' una gioia leggerti. Un abbraccione, Pat

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  4. @Ciao Ylenia, vento che siamo unite nel destino :)

    @Ciao Modaiola: se non hai una pentola in ghisa ok per una con il fondo pesante. Buon lavoro!

    @Sei sempre gentilissima Patty, grazie di cuore. Un abbraccio forte forte.

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