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Quelli del formaggio: torna #CaseusVeneti, il concorso regionale dei formaggi veneti


Il Caseus Veneti è un concorso itinerante arrivato alla X edizione grazie alla Regione Veneto, all'A.Pro.La.Vin collaborazione con i Consorzi di Tutela dei Formaggi Dop riconosciuti, e numerosi esponenti del mondo della produzione e trasformazione casearia veneti.

E' un concorso vero e proprio dove più di 350 "forme del latte" si sfideranno a colpi di bontà manifestando quanto di meglio la produzione casearia riesce ad esprimere oltre ai magnifici otto del comitato organizzatore formato dalle 7 DOP del Veneto: Asiago, Casatella Trevigiana, Grana Padano, Montasio, Monte Veronese, Piave, Provolone Valpadana e da Mozzarella STG.


Una giuria tecnica formata dagli esperti assaggiatori ONAF 

assegnerà le medaglie d’oro per ciascuna categoria (dalle DOP, agli stagionati, passando per i freschi, gli erborinati, gli affinati). Inoltre, i
n questi due giorni di festa, è il caso di dirlo, non mancherà la possibilità di avvicinarsi ai produttori anche attraverso la giuria popolare, novità di questa decima edizione, dove tutti i cheese lovers potranno iscriversi e dilettarsi a giudicare non solo i formaggi finalisti, ma anche la migliore fra le DOP.

Sarà per me l'occasione di incontrare gli amici per i quali ho cucinato gli anni scorsi e quest'anno il compito sarà più arduo in quando toglierò giacca e faldone per entrare a far parte della giuria critica

formata da giornalisti e blogger, che avrà il compito di incoronare il Miglior formaggio del Veneto 2014



Come tradizione Casues Veneti darà spazio a Forma di Solidarietà: si potranno infatti acquistare i formaggi in concorso e il ricavato andrà devoluto ad associazioni di beneficienza. 
E se la magnifica villa con le sue barchesse sarà lo scenario per la mostra dei formaggi e le premiazioni, nel vicino antico brolo troverà spazio il mercato dei prodotti d’eccellenza, laboratori didattici e percorsi di degustazione (per bambini e adulti), show cooking e spettacoli. 

Novità e aggiornamenti costanti sulla fan page Facebook Caseus Veneti e su Twitter seguendo l’hashtag #CaseusVeneti.

L'appuntamento da non perdere quindi per i prossimi 4 e 5 ottobre a VILLA EMO a Fanzolo di Vedelago, in provincia di Treviso. Tutte le informazioni su: www.caseusveneti.it

22 agosto: svettano i sapori sulla Strada del vino Soave al Rifugio Primaneve

Prendete i migliori prodotti enogastronomici dell'Est veronese, uniteli alla calda atmosfera di un rifugio di montagna, mescolate tutto con la magia di una notte estiva e avrete la speciale cena organizzata da Strada del vino Soave venerdì 22 agosto 2014 (ore 20) al Rifugio Primaneve (1766 mt) in Lessinia, la montagna dei veronesi. 

Una Soave serata in Lessinia. Protagonisti della cena sul monte Tomba, che deve il nome al conte omonimo, antico proprietario, saranno i prodotti e i produttori della Strada del vino Soave. Questo il menù previsto: antipasto di prosciutto e melone, culatello, speck e lardo; risotto di pesce; tris di formaggio Monte Veronese Dop; torta Reciotina, caffè e grappa. In abbinamento alle diverse portate, saranno serviti i vini Soave e Recioto di Soave, insieme allo spumante Durello e al Valpolicella, visto che diversi soci della Strada del vino Soave hanno vigneti confinanti con altri importanti territori di vino, il Lessini Durello a est e la Valpolicella a nord. A guidare la degustazione dei vini sarà in via eccezionale il presidente della Strada del vino Soave, l'enologo Paolo Menapace. Costo di partecipazione 20 euro a persona, prenotazioni entro il 20 agosto tel. 327.1799535.  

Prodotti e produttori della Strada del vino Soave/1. Alla serata parteciperanno anche diversi produttori soci per far conoscere meglio al pubblico le specialità in degustazione. Il tagliere di salumi è proposto dal Prosciuttificio di Soave, azienda visitabile su prenotazione (tel. 045-045 7681559) che dal 1930 produce salumi di qualità. "Oggi arriviamo a stagionare anche 30 mila prosciutti l'anno prodotti da cosce di maiali nazionali", racconta il titolare Marco Masconale. Che svela alcune particolarità dei salumi in assaggio: "Il nostro lardo è salato e aromatizzato a secco secondo l'originale ricetta di nonno Pietro mentre lo speck viene affumicato con legno di faggio e aromatizzato con erbe di montagna". Il risotto di pesce, preparato con il riso Vialone Nano veronese Igp, è invece proposto dall'azienda Damoli prodotti gastronomici di San Bonifacio (045 6103607), anch'essa fondata a Verona nel 1930 ed oggi gestita dalla famiglia Alberti. Che, grazie agli appezzamenti di terreno di proprietà, gestisce l'intera filiera di produzione di gran parte delle materie prime impiegate nei piatti proposti dalla gastronomia. 


Prodotti e produttori della Strada del vino Soave/2. Il formaggio Monte Veronese Dop in degustazione è prodotto dal Caseificio Dalla Valentina di Velo Veronese (tel. 045-7835549) dei fratelli Franco ed Ezio, che lavorano 73 mila q di latte l'anno, producendo con solo latte dei monti Lessini oltre 30 mila forme tra Grana Padano Dop e Monte Veronese Dop. Quest'ultimo è un formaggio a pasta semicotta, prodotto con latte di vacca in diverse stagionature nelle tipologie latte intero  e d’allevo. "Il segreto della bontà dei nostri formaggi? Il latte che raccogliamo una volta al giorno in stalle selezionate, sale, caglio e tanta passione! A fare il resto, sono gli alpeggi della Lessinia, ricchi di erbe aromatiche e fiori, i cui profumi si ritrovano sia nel colore giallo intenso dei formaggi che nell'aroma", racconta Ezio. La Reciotina, torta al vino Recioto di Soave, mandorle e uva passa è prodotta dal Panificio Tessari di Brognoligo (tel. 045-6175001). Nella frazione di Monteforte d'Alpone, la famiglia di Marco Tessari impasta e sforna pane artigianale e torte stagionali legate alla tradizione da ben tre generazioni. Se la Reciotina è perfetta intinta nel Recioto di Soave, dopo il caffè in Veneto è abitudine consumare un grappino. Ad allietare il palato dei partecipanti alla cena "Soave in Lessinia", ci saranno quindi le grappe monovitigno della Distilleria Maschio Pietro (045 7610101). Presente in provincia di Verona, a Monteforte d'Alpone, da oltre cinquant'anni, l'azienda ha iniziato da alcuni anni a distillare vinacce di soli vitigni selezionati, quali l’Amarone, il Valpolicella, il Soave, il Recioto di Soave, lo Chardonnay, ottenendo distillati di qualità superiore.

La Vastedda della Valle del Belice incontra la cucina veneta: workshop e cena a quattro mani con Franco Favaretto e Igles Corelli



Sarà preceduta da un workshop dedicato al formaggio, organizzato da Selecta e dal Consorzio di Tutela della Vastedda della Valle del Belice Dop, la cena a quattro mani che oggi unirà gusti e sapori del sud a quelli del nordest d'Italia. 

Ai fuochi del ristorante Baccalàdivino di Mestre, per creare i piatti del menù “La Vastedda della Valle del Belice incontra la cucina veneta” lo chef patron Franco Favaretto e lo chef dell'Atman di Pescia, Igles Corelli. Cuoco stellato, quest'ultimo, che vestirà anche i congeniali panni di docente durante il workshop pomeridiano, con inizio alle 15,30 e fino alle 18,30, riservato a professionisti, chef-patron, giornalisti e ospiti accreditati che saranno accompagnati in una degustazione guidata per conoscere in ogni sfumatura la piacevolezza e la versatilità dei formaggi Dop della Valle del Belice.  Durante il workshop verranno illustrati i vari utilizzi di questi preziosi prodotti del latte a partire da quelli tradizionali, per passare poi ad aspetti culinari più innovativi, legati alle tecniche e tecnologie entrate più recentemente nelle cucine professionali e alla possibilità di abbinare i formaggi siciliani con i prodotti più rappresentativi e classici delle tradizioni agroalimentari venete.

Tipicità che convoleranno a nozze nel menù della cena: carpaccio di bertagnin su tardivo di treviso e scaglie di pecorino; fritelle di baccalà' con purea di patata violetta profumata al Vastedda; polentina di pecorino e animalle di vitello; maccheroni risottati con Vastedda, radicchio e prosciutto croccanti; insalata tiepida con stoccafisso su corona di carciofo e crema di Vastedda; sgroppino agli agrumi e bitter; cheesecake ai cachi. Il tutto accompagnato, in successione dai vini della cantina Vicentini Agostino: Soave doc Vigneto Terrelunghe, Soave docg Il Casale e Recioto di Soave docg

Per sedersi ai tavoli del Baccalàdivino di Mestre a ora di cena: ffavretto@libero.it tel. 041.914560 – cell. 333.2669944. Costo della cena euro 45. 

"Se vuoi fare il figo usa l'asparago": le ricette del ristorante Cracco in tavola a Bassano del Grappa


Il 15 aprile prossimo si terrà una serata enogastronomica a Bassano del Grappa, per valorizzare il territorio e le sue tipicità enogastronomiche. La serata vedrà impegnati gli chef bassanesi della Magnifica Confraternita dei Ristoratori De.Co. e Matteo Baronetto sous chef del Ristorante Cracco di Milano e braccio destro di Carlo Cracco.

La serata, voluta da Roberto Astuni, presidente del neonato sodalizio tenuto a battesimo proprio da Carlo Cracco lo scorso anno, si terrà presso il Ristorante Ottocento di Riccardo Antoniolo che coordinerà gli altri cinque chef bassanesi con la supervisione di Matteo Baronetto, presente alla serata per dare un risalto particolare alla cena realizzata con tutti quei prodotti stagionali che sono l’espressione del nostro territorio. Non solo i famosi bianchi turioni Dop quindi, ma anche alcuni prodotti De.Co. e altre tipicità bassanesi e vicentine che saranno valorizzati dalla profonda personalità creativa del famoso chef vicentino Carlo Cracco che ha concepito il menu assieme a Matteo Baronetto e Riccardo Antoniolo.

L'evento, presentato dal noto giornalista Luigi Cremona, ospiterà diversi giornalisti, enogastronomi e food bloggers, che daranno il giusto rilievo alla serata.
I ristoranti impegnati in questa iniziativa sono: Ottocento, Alla Corte, El Piron, di Bassano, Da Doro di Solagna, Lunaelaltro di Marostica e Al Portego di Cittadella.
Info e prenotazioni nei ristoranti aderenti.

La crostata di pasta sucrèe con fragole, vino passito e pistacchi e la raccolta di Cuordipanna.


Una deliziosa raccolta scoperta da pochissimo: le crostate per il centesimo post di Cuordipanna.

Bene, io vorrei postarne una mia nata la scorsa primavera:

Crostata di pasta sucrèe con fragole, vino passito e pistacchi
Ingredienti

250 gr. di farina
100 gr. di burro, tagliato a dadini ed ammorbidito
100 gr. di zucchero a velo, setacciato ad un pizzico di sale
2 uova, a temperatura ambiente.
2 di cestini di fragole tagliate a fettine e lasciate marinare in frigo con un bicchiere abbondante di vino passito, 1 foglio di colla di pesce ammollato in acqua fredda, 1 manciata di pistacchi tritati, un po' di marmellata di arance amare.

Procedimento

Mettere a fontana sul piano di lavoro la farina ed al centro inserire il burro, lo zucchero a velo con il sale e mescolare, incorporando la farina con la punta delle dita. Rifare la fontana, mettere le uova e lavorare con la punta delle dita. Quando l'impasto è ben amalgamato, lavorare un po' di polso per farlo diventare liscio. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e lasciare riposare in frigo per 1-2 ore. L'alternativa più veloce ed ugualmente premiate, per quanto riguarda il risultato, è l'utilizzo della planetaria. ;-)
Passato questo tempo stendere la pasta in un disco di 3 mm di spessore, rivestire un anello o uno stampo per torte di 18 cm di diametro e 2,5 cm di altezza. Mettere in frigo per 20 minuti.

Nel frattempo accendere il forno a 190° (meglio statico), cucinare la pasta in bianco, ricoprendola con carta antiaderente e dei pesi o dei fagioli secchi, per 40 minuti o finchè è completamente cotta, togliendo i pesi e la carta gli ultimi 15 minuti. Togliere dal forno e lasciare raffreddare.

Scolare le fragole, filtrare il vino, scaldarlo in un pentolino sciogliendo un po' di zucchero (a gusto) e la colla di pesce ammollata e mettere da parte.

Stendere la marmellata nello stampo cotto di pasta sucrèe, posizionare le fragole, spargere la granella di pistacchio e spennellare la gelatina.

Se si preferisce si può farcire la torta in modo classico, con crema pasticcera o crema chantilly: ho preferito della marmellata di arance amare, che sposa perfettamente il dolce del passito che ha profumato le fragole.

Quale vino? Un buon bicchiere di Verduzzo Friulano della Casa Vinicola Valpanera di Udine.



Le tradizioni, queste sconosciute ovvero il cibo buono, pulito e giusto.


Gallina Padovana: io, senza trucco....



Modello Giuditta...

Ho visto il Contest di Al cibo commestibile: D.O.P. ovvero una raccolta a più mani di quanto le nostre tradizioni gastronomiche sono state in grado di offrire e, grazie al duro lavoro di contadini ed allevatori nel corso dei secoli, di portare tutt'oggi sulle nostre tavole. (http://alcibocommestibile.blogspot.com/2009/09/are-you-ready.html). Lo sponsor di questa iniziativa è


Grazie a Slowfood ed alla passione di Carlo Petrini oggi, dopo vent'anni, possiamo parlare di Presidi, ovvero della nostra illustre tradizione gastronomica che rischia ogni giorno di venir sepolta dal business e dall'intensivo, allevamento o coltivazione che sia. Con il rischio di trovare nelle nostre cucine frutta e verdura fuori stagione e priva di gusto, animali allevati stravolgendo la loro natura di erbivori.


Nella mia regione c'è un presidio che mi è simpatico da sempre, da quando bimba la vidi per la prima volta nell'aia di mio nonno, superba e ribelle Gallina che alla sera non si ritirava in pollaio, come le altre sue consimili, ma andava a dormire sui rami degli alberi vicini. E come non poteva essermi simpatico un volatile punk?!


Ha lunga barba, i favoriti sulle guance e un ciuffo di penne lunghe e lanceolate che si aprono a corolla e le piovono sugli occhi.
Ha le narici rosse e carnose che incorniciano il becco e il campo visivo piuttosto limitato: la padovana si orienta sbirciando tra le penne, e questo spiega il suo esitante deambulare (io sono miope dalla nascita: senza lenti cammino proprio così!). Può essere nera, bianca, dorata, camosciata o argentata. La diatriba sulla sua origine non si è mai conclusa, ma fra tutte c’è un’ipotesi più probabile di altre. Nel Trecento il marchese Giacomo Dondi dall’Orologio, medico e astronomo padovano, durante una visita in Polonia, ne avrebbe preso alcuni capi per arredare il giardino della sua villa gentilizia. E come se non bastasse, alcuni mesi fa, Paris Hilton chiese di trasferirne alcune coppie nel suo ranch faraonico (appunto) e le nutre con caviale e couscous algerino per rendere più appettitose le sue carni (quelle della gallina padovana) :-)


Ma poteva mancare un risvolto sportivo nella mia famiglia? Eh no! Quindi poche righe per ricordare che la Gallina Padovana è anche la mascotte del Calcio Padova, la si trova in qualche bandiera dei tifosi più attempati e contraddistingue allegramente alcune delle tifoserie. Infatti si dice "è nato prima l'uovo, la gallina o il calcio Padova?"

Per cui vi rimando ad una preparazione postata qualche tempo fa (http://www.lacucinadiqb.com/2009/07/gallina-padovana-in-canevera.html) che suggerisce anche una tecnica tradizionale di cottura.


Buon contest a tutti.